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RICERCATO PER OMICIDIO TROVATO ED ARRESTATO AD ARDEA

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Si era nascosto ad Ardea, e più precisamente nel consorzio di Colle Romito, il latitante Paolo Peruzzi, ricercato dalla polizia dopo che il giovane era evaso – il 29 luglio 2013 – dagli arresti domiciliari, condanna inflitta per l’omicidio di Matteo Vaccaro. Peruzzi, 25 anni, è stato trovato dagli investigatori della Squadra Mobile di Latina in una villetta in viale Colle Romito. Nei sei mesi e mezzo di latitanza, in molti pensavano che fosse fuggito all’estero, invece si nascondeva a pochi chilometri da Latina, luogo dell’omicidio. Dopo aver individuato il nascondiglio, gli agenti hanno predisposto un blitz per la cattura, alla quale Peruzzi non ha opposto resistenza. Il villino in cui l’omicida si nascondeva faceva parte di un residence ed era stato preso in affitto il 13 dicembre scorso, e qui ha trascorso gli ultimi mesi della sua latitanza dopo la fuga dai domiciliari: Peruzzi stava scontando una condanna a 16 anni di carcere per l’omicidio di Matteo Vaccaro. Gli investigatori della Squadra mobile di Latina, diretti da Tommaso Niglio, lo hanno rintracciato nella notte tra giovedì e venerdì grazie ad un lungo lavoro di intercettazioni e pedinamenti. Ad incastrare il giovane, al quale erano stati concessi i domiciliari per incompatibilità con il carcere, è stata l’analisi dei tabulati telefonici, attraverso la quale è emerso un collegamento con un’agenzia che affittava villini nella zona di Ardea. Prima di approdare a Colle Romito sembra che si sia spostato spesso, ma ancora non si ha la mappatura precisa dei posti nei quali ha alloggiato nei primi mesi di latitanza. Durante il periodo trascorso nel villino di Ardea, Peruzzi usciva raramente e, per non farsi notare, accendeva poco la luce in casa. Cosa strana, aveva portato con sé i suoi due cani. Paolo Peruzzi faceva parte del gruppo che la sera del 31 gennaio 2011 organizzò la spedizione punitiva ai danni dei fratelli Vaccaro, seguita a una lite di qualche giorno prima. Per il delitto di Matteo Vaccaro sono stati condannati in sei, con pene che vanno dai 15 anni ai 24 anni di carcere. L’omicidio di Matteo Vaccaro avvenne la notte del 31 gennaio 2011 presso il parco Europa di Latina. Ancora una volta Ardea, malgrado le rassicurazioni del sindaco, del Prefetto e degli investigatori locali, sembra essere una delle zone preferite da latitanti e ricercati. Non a caso circa un mese fa furono assicurati alla giustizia, dopo cinque anni di indagini, il presunto mandante e il presunto esecutore dell’omicidio Torni. Dopo questo ennesimo arresto, molti cittadini ritengono che non si possa più minimizzare sui problemi di legalità, forse dovuti anche alla caotica situazione urbanistica creatasi negli anni, ai plessi abbandonati come le Torri o il Serpentone, o alle zone impervie ad alto tasso di stranieri irregolari e di rom di varie etnie, che rende il territorio facile rifugio di ricercati, di trafficanti internazionali di droga, e chi più ne ha, più ne metta. Ormai non ci si chiede più nemmeno perché tanti ricercati vengano catturati in quella che viene definita “la tranquilla” Ardea, un paese dove le regole ed i diritti sono spesso ad interpretazione personale, dove per convocare un consiglio comunale proprio sul tema della sicurezza ci sono voluti oltre due anni, su insistente domanda avanzata da una rete di associazioni e da una opposizione che – se pur in ritardo – ha appoggiato la richiesta. Adesso, dopo quest’ultimo arresto, senza voler ricordare per l’ennesima volta tutti i fatti criminosi avvenuti negli ultimi mesi, ci chiediamo cosa debba accadere ancora in questo paese affinché si prenda sul  serio il problema legalità.

Luigi Centore

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