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Roma, Torri: “Franco mi diceva che non bisognava accendere i riflettori sul Municipio”. L’intervista choc a Marco Andrea Doria

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Intervista con l'ex collaboratore di Nicola Franco presso il VI Municipio, Marco Doria. I retroscena dopo l'arresto di S.F.

S.F. era la segretaria verbalizzante del Comitato per l’Ordine per la Sicurezza del VI Municipio. Fidata di Nicola Franco, era a conoscenza di tutte le informazioni, anche quelle più sensibili che provenivano dal tavolo“. Così una fonte anonima nella giornata di ieri ha raccontato a Il Corriere della Città, uno dei retroscena in ordine a S.F., la funzionaria comunale recentemente arrestata. La donna è accusata di essere la mandante della ritorsione nei confronti di una collega, alla quale avrebbe fatto bruciare l’auto a causa di una bocciatura su una pratica di sanatoria. Ancora: “Aveva a disposizione informazioni riservate, come sgomberi, azioni di polizia e tutte l indicazioni che dà solitamente il Prefetto al fine di operare sul territorio”. In buona sostanza “la donna avrebbe potuto usare queste informazioni e dati sensibili per interessi personali. Invece era tra le persone più fidate del minisindaco e di Romano Amato”. Se tutto ciò fosse confermato, le ombre sul VI Municipio si moltiplicherebbero a dismisura. Come mai dei dipendenti comunali, degli amministratori pubblici, politici conosciuti sul territorio, hanno a che fare a vario titolo con condotte del genere, che hanno dell’inquietante? Ebbene, abbiamo cercato ulteriori conferme, al fine di comprendere quale sia il contesto, oltre che al brodo culturale, che caratterizza Le Torri. Ci siamo messi in contatto con Marco Doria, persona molto nota alla politica romana. Già nominato dall’ex sindaca Raggi Presidente del Tavolo per la riqualificazione dei Parchi e delle Ville Storiche della Capitale, ha svolto da febbraio ad agosto 2022 le mansioni di delegato ai Rifiuti e all’Ambiente per conto di  Nicola Franco. Mai istituzionalizzato, mai nominato formalmente Assessore, Doria aveva messo a disposizione le proprie competenze a titolo gratuito. Per il suo impegno civico e politico Marco Doria da tempo subisce minacce, intimidazioni mafioseggianti, attentati veri e propri che hanno coinvolto in passato anche il suo cane: il povero animale morì a causa di un wurstel pieno di chiodi. Per queste ragioni l’ex collaboratore della Giunta vive sotto scorta. 

Doria, ha appreso delle dichiarazioni anonime che ci hanno raggiunto? Lei, che lavorava a stretto contatto con Nicola Franco, Romano Amato e la funzionaria in questione, si sente di confermare quanto detto?

Assolutamente sì. Io ero presente, almeno per tre volte, alle riunioni dell’Osservatorio per l’Ordine e la Sicurezza alle quali partecipavano tutte le forze dell’ordine. Questi incontri erano coordinati dal Prefetto Mascolo. Era presente anche il Presidente Nicola Franco e la signora in questione verbalizzava gli incontri. Aveva a disposizione tutte le informazioni e i dati sensibili di cui si discuteva presso quei tavoli.

Quindi lei conosceva bene questa funzionaria. Quali erano i vostri rapporti?

Dopo che la mia collaboratrice in Municipio fu mandata in segreteria dal direttore rimasi privo di segretaria. In molte occasioni, quindi, le due donne si alternavano per redigere e protocollare degli atti. Molto spesso si fermava nella mia stanza, adiacente alla sua, per darmi una mano. Poi, come ruolo, si divideva per dare una mano tra la segreteria di Nicola Franco, la segreteria di Romano Amato dove ufficialmente era collocata, e poi la mia stanza.

Senta, ma S.F. era in buoni rapporti con il Presidente Nicola Franco?

Per quello che so e che ho visto sì. Sia con lui che con la moglie Giorgia Galassi. Mi fu riferito che fossero amici di vecchia data. Giorgia Galassi anche lei era sempre presente. Filtrava le informazioni e gestiva l’agenda del marito. Galassi non era una dipendente comunale, non mi risulta.

Ci parla delle minacce ricevute da lei all’interno della sede del VI Municipio?

Se non ricordo male la prima minaccia fu una croce impressa nel bel centro della mia scrivania di circa 30 cm, realizzata con pennarello indelebile nero. Entrando in stanza venne immediatamente notata da me e dal personale della Polizia di Stato di scorta. Furono immediatamente avvisati dagli stessi agenti la questura la Polizia scientifica e Nicola Franco. Il Presidente mi riferì di non diffondere la notizia dell’accaduto. Mi disse, davanti al personale della scorta, che certe situazioni gli creavano imbarazzo. Che se fosse accaduto di nuovo avrei dovuto fare un passo indietro. In poche parole sosteneva che se mi avessero minacciato ancora avrei dovuto andarmene. Rimanemmo basiti.

Ci furono altri episodi?

Sì. venne rinvenuto sull’auto della scorta un biglietto elettorale con la mia foto ornato tipo un biglietto funebre con una croce funeraria sopra il mio volto. Poi ci furono i danneggiamenti all’auto della Polizia della scorta, posteggiata davanti l’ingresso della sala consigliare e sotto la finestra della segreteria di Nicola Franco e della sua stanza. La Jeep Renegade grigia oggetto dei danneggiamenti era con la paletta esposta sul parabrezza. Franco, anche in quell’occasione, ci disse di tenere la cosa per noi. Non bisognava accendere i riflettori sul Municipio.

Intervista con l'ex collaboratore di Nicola Franco presso il VI Municipio, Marco Doria. I retroscena dopo l'arresto di S.F.
La jeep Renegade Danneggiata, circondata dagli uomini della Polizia di Stato

Ma, scusi. Il Presidente non le ha mai espresso solidarietà?

Mai. Anzi, in qualche modo mi colpevolizzava dei disagi arrecati durante questi atti. Ciò a causa del fatto che ad ogni episodio il Municipio si riempiva di Polizia, e per lui era sconveniente. Ci furono altri due episodi analoghi, e poi l’episodio finale del 30 agosto 2022, con la busta contenente un proiettile consegnata in segreteria. Sopra il nome del destinatario, cioè io. Immediatamente gli agenti contattarono i colleghi artificieri e le unità cinofile. Fu fatto evacuare tutto il Municipio.

Ma Franco era presente?

Certo. Era con Fabrizio Ghera, oggi consigliere regionale. Neanche in questa occasione mi mostrò solidarietà. Anzi, ricominciò con la solita filippica. Finite le operazioni di Polizia successe ancora l’inimmaginabile. Fui avvisato, alla sera, che Nicola Franco aveva diffuso un comunicato stampa che parlava di un atto intimidatorio nei suoi confronti, e non nei miei! Si stava facendo passare come il destinatario della busta col proiettile e lì decisi che era giunta l’ora di togliere il disturbo.

Lei, dopo tutto quello che ha raccontato, che è gravissimo, cosa pensa di chi sta amministrando il Municipio?

Sono inadeguati, se ne dovrebbero andare immediatamente. Anzi dovrebbero commissariare viale Cambellotti. Non sono all’altezza, sembra di vedere quel vecchio programma condotto da Corrado Mantoni, ‘La Corrida dilettanti allo sbaraglio’. Prendo spunto direttamente da quel programma per riassumerle cosa penso. Non ritengo che ci siano delle competenze vere, rispetto a tutto il loro entourage. Per quello che io ho potuto vedere.

Qual è la vera funzione di Romano Amato?

Alla fine Amato se non è proprio il vero Presidente del Municipio poco ci manca. Romano Amato è un vicepresidente a tutti gli effetti, è l’unico peraltro che ha un po’ di esperienza rispetto agli altri. Affianca Franco sulle cose più importanti. Essendoci una giunta molto giovane, Amato è quello più scafato.

Alla luce di tutto ciò che è successo e sta succedendo, come mai le opposizioni sembrano non fare nulla? Non reagiscono, tutto tace. È d’accordo?

Le opposizioni non fanno nulla, è proprio così. L’unica che ha fatto qualcosa è stata Laura Arnetoli del Movimento Cinque Stelle, ma l’hanno talmente tanto intimidita che si è messa seduta poi nel suo angoletto. Ma ciononostante dopo tutto quello che ha subito, non ha fatto alcuna denuncia. Da quello che so ne ha subite davvero tante. Poteva fare come ha fatto Rita Pomponio, l’ex delegata alla Cultura, che ha denunciato tutti. Il Pd è latitante invece. Non è normale. Non fanno assolutamente nulla. Franco va avanti per questo. Perché l’opposizione non ce l’ha, se ci fosse stata lui ora sarebbe a casa.

 

 

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