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‘10.000 euro di spese fisse al mese e lo Stato vuole farmi riaprire con solo 3 tavoli’: la storia di un ristoratore romano

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Valerio laino è un ristoratore calabrese attivo da oltre 15 anni nel cuore di Roma, titolare de Il Peperoncino d’oro. Uno dei tanti ristoratori che oggi stanno affrontando le difficoltà e le incertezze di una fase 2 sempre più complessa e articolata.

“Il governo italiano ha deciso di farci chiudere lasciandoci nell’abbandono più totale, ho usato tutti i miei risparmi per affrontare l’emergenza ed ora mi ritrovo a non avere più soldi neanche per mangiare”, ha spiegato nei giorni in cui si discute la date e le condizioni per la riapertura dei ristoranti.

“Parliamo della distanza di sicurezza tra i tavoli, ciò vuol dire che il mio locale di solo 25mq riuscirebbe ad ospitare solo 6 persone, così facendo non riuscirei neanche a pagare le bollette – ha continuato – Questa ipotetica riapertura non è  altro che un lavarsi le mani da parte del governo italiano. Con 10 mila euro di spese fisse al mese tra affitto e bollette e solo 6 coperti è impossibile riuscire ad arrivare a fine mese”.

In precedenza avevamo 20 coperti, 10 tavoli da due persone, adesso invece con le nuove regole la possibilità di lavorare si è ridotta a meno di un terzo, ma le spese sono aumentate, perché oltre a quelle precedenti ci sono quelle relative ai menù usa e getta, ai tappeti da mettere all’ingresso per far pulire le scarpe ai clienti e a tutto ciò che serve per sterilizzare il locale in continuazione: come sarà possibile sostenere i costi del locale con soli 3 tavoli e 6 clienti per volta? Ho già perso 20 mila euro in questi due mesi di inattività. In queste condizioni – ha concluso Valerio laino – non penso proprio di riaprire, è impossibile farcela”.

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