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18enne violentata ad Anzio: il 32enne ha confessato lo stupro

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Carcere di Latina

Il violentatore della ragazza di Anzio, in queste ore, avrebbe confessato lo stupro. L’uomo di origini nigeriane e di 32 anni, avrebbe confessato la brutalità della sua violenza sessuale, ai danni di una ragazza che avrebbe trascinato con la forza all’interno di una baracca abbandonata. Gli inquirenti, per ottenere la preziosa confessione del reato, hanno dovuto insistere per diverso tempo con il violentatore.

La confessione della stupro ai danni della ragazza di Anzio

Da quello che è emerso dalla confessione del violentatore, l’uomo avrebbe sorpreso la giovane ragazza alle spalle. Qui, probabilmente mettendogli un braccio intorno al collo e cercando di soffocarla, l’avrebbe prima trascinata in una baracca e poi avrebbe consumato lo stupro. Un posto probabilmente pensato dal malvivente, considerato come le urla della giovane sono rimaste inascoltate in quanto il luogo dove si consumava la violenza era isolato. 

Il fermo dello stupratore

L’uomo che il 12 maggio ha violentato una ragazza ad Anzio, è stato catturato ad Aprilia. Nella sua confessione, avvenuta davanti al giudice Giuseppe Cario, il violentatore ha raccontato anche i particolari di quello stupro. Il soggetto nordafricano, infatti, si era avvicinato alla ragazza presso una fermata dell’autobus sulla Nettunense, proprio mentre la stessa giovane donna era scesa dal bus. Catturato dagli agenti della Squadra mobile di Roma, l’uomo è stato portato al carcere di Latina e ha confessato nel Tribunale della stessa città la violenza sessuale commessa. 

Il violentatore aveva precedenti penali analoghi

Ancora una volta, la vicenda di Anzio ci pone delle importanti domande: quella violenza sessuale poteva essere evitata? Probabilmente sì, soprattutto visionando il passato criminale del violentatore. Per la giustizia italiana, lo stupratore aveva “precedenti penali per analoghi reati”. Insomma, non era la prima volta che compiva una molestia o uno stupro ai danni di una donna, in una condizione che ugualmente lo lasciava girare libero tra le province di Roma e Latina. 

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