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Agente penitenziario aggredito a Viterbo, i sindacati: “Mettiamo fine a questi assurdi episodi”

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Carcere Mammagialla a Viterbo

Ancora violenza in carcere e nuovamente vittima un agente della Polizia Penitenziaria. L’episodio, questa volta, è avvenuto nella casa circondariale di Viterbo, dove un addetto alla sicurezza della struttura è stato aggredito dai detenuti di quello spazio. La vicenda ha scatenato la polemica dei sindacati di categoria, che nuovamente segnalano le gravi carenze di sicurezza in cui operano gli agenti carcerari. 

Aggredito un agente della Polizia Penitenziaria al carcere di Viterbo

“Nella serata di ieri un detenuto straniero senza alcun motivo, probabilmente come atto intimidatorio ha colpito di spalle l’agente della sua sezione con degli schiaffi sulla testa e sul viso, provocandogli una lieve lesione dove è stata data una prognosi di sette giorni dal pronto soccorso”. Da notizia Daniele Nicastrini Segretario regionale USPP Lazio riguardante un’aggressione avvenuta al carcere di Viterbo – Mammagialla.

Le continue aggressioni al carcere di Mammagialla

Le aggressioni al carcere di Mammagialla si ripetono con continuità nei confronti degli agenti, dove per spirito di servizio rimangono a dover gestire più sezione sullo stesso piano novanta detenuti circa, tutti aperti per effetto di una circolare del DAP – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del 2015 che ha previsto “nuove modalità dell’esecuzione della pena”.

“Problemi nella gestione dei detenuti in questo carcere”

“Sicuramente questa disposizione, dove prevede che i detenuti possano stare fuori dalle loro stanze di pernottamento, oziando nei corridoi delle sezioni, sono deleterie per chi ha difficoltà a gestire persone anche con problemi psichiche, di alcolismo etc. con disturbi del comportamento, con ricadute negative nei confronti degli stessi agenti, quando invece dovrebbero rimanere chiusi all’interno delle celle per evitare tutti questi problemi, tra l’altro con ricadute su chi invece in qualche modo rispetta le regole previste e vorrebbe trascorrere la propria detenzione in tranquillità”.

Ritornando sull’accaduto, il sindacato rimarca le difficoltà del carcere che viene evidenziata dagli agenti (prosegue nicastrini).

“Il Carcere attualmente conta una popolazione detenuta che supera le 600 presenze rispetto ai 400 posti disponibili, che la disponibilità delle circa 200 unità ben 150 svolgono servizi interni a partire dalle sezioni detentive, dove operano sui tre turni appena una settantina di unità mentre gli altri sono chiamati ad altri adempimenti istituzionali e necessari per l’attività connesse all’esigenze della popolazione detenuta, di comando e controllo degli atti processuali, reparto ospedaliero di Belcolle e le traduzioni dove sono impiegati circa una quindicina di unità ciascuno.”

Il nuovo protocollo della Polizia Penitenziaria

Proprio oggi l’amministrazione penitenziaria ha presentato il nuovo protocollo operativo della Polizia Penitenziaria, proprio per fornire regole di ingaggio su come intervenire nel merito di eventi critici e di fatti simili.

“Siamo convinti, – interviene il Presidente USPP Dr. Giuseppe Moretti -che regole certe determinano una migliore risposta richiesta agli agenti e la garanzia di applicare uniformemente su tutto il territorio nazionale le stesse procedure per affrontare gli eventi critici che si verificano negli istituti penitenziari, sulla quale ci aspettiamo altri provvedimenti per ridare sicurezza agli agenti, e speriamo di porre fine a tutte queste situazioni.”

L’USPP Lazio indice lo Stato di Agitazione

Da tempo, ribadisce l’USPP Lazio, ha indetto lo Stato di Agitazione affinché si evidenzino queste difficoltà, all’amministrazione penitenziaria perché gli agenti devono essere tutelati all’interno delle nostre carceri laziali, costretti ad operare con 900 unità in meno contro un sovraffollamento detentivo del 25% in più.

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