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Ama, i ladri di gasolio e il loro piano per il processo: ”Non si deve confessare, si prescrive tutto”

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ama licenziati due dipendenti gonfiavano le fatture dei pezzi di ricambio

Roma. I predoni del gasolio Ama hanno contribuito a scavare una vera e propria voragine all’interno dei conti della municipalizzata che si occupa dei rifiuti nella Capitale, e lo hanno fato sottraendo progressivamente sempre più carburante, in un periodo in cui valeva oro – così come ora. Carburante, ovviamente, che era destinato ai mezzi aziendali. 

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I ladri di gasolio Ama e il loro piano per il processo

Una vicenda per cui ben 18 soggetti, tra netturbini e clienti, ora, rischiano un processo per aver utilizzato le carte prepagate fornite dall’azienda come un bancomat personale. Per il momento, altre 7 persone coinvolte hanno già patteggiato, e la Procura ha anche aperto una nuova maxi-inchiesta per poterci vedere chiaramente. In merito alla questione, importanti sono soprattutto le intercettazioni che risalgono al 2021, quando diversi colleghi erano già stati bersagliati da un procedimento disciplinare, e che poi avevano confessato, su consiglio soprattutto del sindacato. Alcuni tra questi erano stati licenziati, altri avevano ricevuto delle sanzioni. Tra le tante intercettazioni, come riportate dal Messaggero: ”Di lui lo sanno tutti, eh… la sua scheda è diventata come una carta di credito… chiamava gli amici, li aspettava ai distributori… era contante per lui… questi arrivavano con la macchina, lui faceva il pieno… si faceva due taniche a sera” – diceva uno dei dipendenti finiti sotto inchiesta.

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Le intercettazioni: ”Far passare più tempo possibile”

Successivamente, il soggetto si lamenta anche di alcuni colleghi, che hanno scelto di dire la verità e confessare il misfatto: ”Il sindacato ci ha rovinati a fare i rei confessi… non lo dovevamo fare… se tu vai là e ti metti a chiacchierare… tu là non devi dire niente, ci deve pensare l’avvocato”. Subito dopo tali affermazioni, chiarisce anche quale sarà la sua tecnica, ovvero quella di ”far passare più tempo possibile, in modo tale da mandare l’ipotetica sentenza in prescrizione”. E poi, ancora, insiste sul non confessare: ”Ti diranno che hanno le telecamere, hanno tutto, ma non hanno un c… non ti fare mettere in mezzo, gli ho detto… non ci sono telecamere, non ci sono confessioni, non c’è niente, come ha scritto l’avvocato, no? Io sono andato un giorno e mi hanno fatto: “Ci stanno tre Procure che stanno indagando sull’Ama”, capito no?”.

I comportamenti mai denunciati

E poi c’è l’informativa della Guardia di finanza, in cui viene sottolineato che alcuni ”dirigenti, in sede disciplinare, hanno in qualche misura avallato la prassi, abitualmente seguita da alcuni dipendenti, di procedere ai rifornimenti dei mezzi anche per conto dei colleghi, lamentando tuttavia la difficoltà di assicurare un’effettiva vigilanza su eventuali comportamenti illeciti stante le criticità di tipo logistico da tempo segnalate che li costringevano a condividere con terzi gli uffici in cui venivano custodite le card”. In tutto ciò, un dirigente, inoltre, è stato licenziato, con l’accusa di non avere mai denunciato i comportamenti illegali. 

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