Home » Ultime Notizie » Ardea, ‘bomba ecologica’: discarica abusiva con decine di migliaia di pneumatici, la denuncia inascoltata di un cittadino

Ardea, ‘bomba ecologica’: discarica abusiva con decine di migliaia di pneumatici, la denuncia inascoltata di un cittadino

Pubblicato il

Mezzo ettaro di pneumatici usati: una bomba ecologica pronta a esplodere. Al momento non c’è l’innesco, ma nessuno sa se e quando qualcosa potrà provocare un incendio. E allora sì che si parlerà di tragedia annunciata. Oltre che di nube tossica, di danno ambientale, di denunce inascoltate, di “tutti sapevano, ma nessuno faceva niente”.

Parliamo di via Montagnano, ad Ardea, al confine con il Comune di Albano. Una catasta infinita di gomme di auto giace in un terreno privato: in realtà è il giardino di una villa ormai disabitata da più di un anno, cioè da quando il suo proprietario è morto. Ed è proprio qui che nascono i “problemi”, dal nome del proprietario: Salvatore Guglielmino. Lo stesso proprietario dell’Eco X. Chi non la conosce? L’incendio del 7 maggio del 2017, l’enorme nube nera che offuscò il cielo di Pomezia, l’odore di plastica bruciata che durò per mesi. E la rabbia dei cittadini e dei comitati che da tempo denunciavano lo stato di pericolosità di quel sito di stoccaggio e trattamento di rifiuti: voci mai ascoltate, fino alla tragedia.

Anche adesso c’è una voce inascoltata, quella di Palmiro Monnati, vicino di casa di Salvatore Gugliemino. Per anni dalle sue finestre ha visto la montagna di pneumatici aumentare. Prima – parliamo di molti anni fa – erano sul lato strada, poi, quando è arrivata la Finanza a fare un controllo a mettere i sigilli, le gomme sono state spostate sul retro, proprio al confine con la proprietà di Monnati. Dalla strada ora non si vede niente, ma Palmiro vede eccome, ancora meglio di prima. 

“Sono milioni di gomme –  dichiara – sono andato tantissime volte a parlare di questa cosa sia con i carabinieri che con la polizia locale, perché mi hanno rimpallato da una parte all’altra, ma nessuno ha mai fatto niente”.

C’è poi un esposto di settembre del 2019, quando a questo si è aggiunta un’altra cosa: il muro di confine tra le due proprietà (ma di completa pertinenza di Guglielmino) è diventato pericolante, tanto da rischiare di crollare nel terreno di Monnati da un momento all’altro. Anche sul lato strada il muro mostra delle brutte crepe.

“Hanno continuato a ignorare le mie segnalazioni in merito agli pneumatici, ma stavolta almeno sono venuti per un sopralluogo riguardo al muro di cinta. Peccato che l’unica cosa che sia stata fatta è quella di mettere un po’ di nastro in strada all’altezza della crepa sul muro, per evitare il transito delle auto in quel punto. Nulla invece dalla parte che confina con il mio terreno, anche se ho tre nipotini che giocano in quel giardino e che rischiano di rimanere feriti o peggio, qualora il muro dovesse cedere”.

Lei cosa chiede?

“Che il muro venga abbattuto o messo in sicurezza e che gli pneumatici vengano tolti: qui stiamo rischiando la vita. Se a qualcuno, per dispetto o non so per quale motivo, viene in mente di dare fuoco a quella roba, finiamo tutti arrostiti o intossicati. Se invece cade un pezzo di muro addosso ai miei nipoti non oso immaginare cosa potrebbe succedere”.

Quando la polizia locale ha fatto il sopralluogo, erano presenti i vigili del fuoco, che hanno constatato “una lesione e lo sganciamento della struttura delle mura perimetrali di confine“, mettendo però solo “transennamento e nastro  bicolore, intendendo il transito veicolare e pedonale nella salvaguardia dell’incolumità pubblica“. Ad oggi, dopo 4 mesi, la situazione è invariata: un po’ di nastro e tutti tranquilli così.

Sulla relazione di servizio della polizia locale si legge anche che “Sul cancello di ingresso della predetta unità immobiliare, in evidente stato di abbandono, era presente un cartello recante la seguente dicitura: ‘TRIBUNALE DI VELLETRI ESECUZIONE IMMOBILIARE RGE 235/13 – E’ FATTO DIVIETO A CHIUNQUE DI PROCEDERE ALLA RIMOZIONE DEL PRESENTE AVVISO SENZA AUTORIZZAZIONE DEL CUSTODE GIUDIZIARIO’. Da accertamenti effettuati risulta che l’Esecuzione immobiliare RGE 235/13 è relativa a un immobile sito nel Comune di Albano Laziale, via di Colle Nasone, 77”.

Ma la strada dove sorge l’immobile è via Montagnano, ad Ardea. Via di Colle Nasone è una strada che dista circa tre chilometri dalla proprietà di cui invece si sta parlando. 

“In realtà la casa non risulta all’asta, almeno dalle ricerche che ho effettuato – spiega l’avvocato Daniele Autieri – E, in ogni caso, l’indirizzo non coincide, sembra quasi che questo cartello sia stato messo qui, in via Montagnano, per non far entrare nessuno”.

Il costo di una bonifica è elevatissimo: si parla di mezzo ettaro di terreno. E bisogna aggiungere il costo della messa in sicurezza del muro. A carico di chi sarebbe, visto che il proprietario è morto? Teoricamente, dovrebbe essere il Comune (con i soldi dei cittadini) a farla, rivalendosi poi sui proprietari (o gli eredi), ma qui la situazione si complica, vista la presunta asta e, ancora di più, visto che Guglielmino è morto.

Non si sa se e come si potrà risolvere questa vicenda, ma di certo Monnati vuole andarci a fondo, questa volta: infatti ha affidato tutto a un avvocato, Daniele Autieri, proprio per capire se, nel tempo, qualcuno ha trascurato le sue richieste di bonifica del terreno confinante con il suo.

“Non voglio più far vivere la mia famiglia con un rischio simile”, ha affermato. Come dargli torto?

Impostazioni privacy