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Ardea, scuola Pian di Frasso: la posizione del Comitato di Quartiere

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È da diversi giorni che la nostra scuola, l’elementare Pian di Frasso, è oggetto di articoli di stampa, dichiarazioni politiche e, nell’era dei social, purtroppo, di alcuni post, scritti senza che il problema sia raccontato nella sua interezza, fatta eccezione per chi lavora, verificando e confrontandosi con tutti i protagonisti di questa vicenda. Fin dalla nostra nascita, con le diverse amministrazioni che si sono succedute, compreso il commissario tra queste, abbiamo cercato di trovare una soluzione, affinché il quartiere possa riavere un luogo di studio e di lavoro di cui essere sicuri e fieri.

Vogliamo portare all’attenzione alcuni punti, nel rispetto dei genitori, che credono nella scuola e nel suo corpo insegnanti e che cercano da anni di trovare una soluzione ai tanti, troppi, problemi del plesso, ma anche nel rispetto dei bambini e dei lavoratori, che non devono essere oggetto di dichiarazioni da campagna elettorale, come abbiamo letto in questi giorni. Non vogliamo soffermarci troppo su questo, ma chi in queste ore accusa l’amministrazione e denuncia sui giornali, non ci sembra abbia finora portato il problema “scuola Pian di Frasso” nelle sedi opportune.

Ricordiamo, ad esempio, che, quando ci fu il grave caso dell’ECO X, il commissario, che ha preceduto quest’ultima amministrazione, all’inizio non era neanche a conoscenza dell’esistenza della scuola, nonostante, per la vicinanza in linea d’aria al sito, fosse la prima a rischio salute pubblica. Non ricordiamo politici davanti al plesso a chiederne il sopralluogo e la pulizia straordinaria; richieste protocollate dal Comitato ed avanzate personalmente al commissario stesso.

Il velo di omertà, che molti hanno steso sulla nostra scuola elementare, al fine forse di “proteggerla”, è purtroppo la causa principale di molti dei suoi problemi. La paura per la sua chiusura, infatti, è il freno che non permette di giungere ad una soluzione, perché, purtroppo, quest’ultima, allo stato delle cose, non c’è. Ci fu confermato dal sindaco Mario Savarese, durante il nostro incontro all’indomani del suo insediamento, e lo stesso sindaco lo ha ripetuto durante un’intervista. Quello che si sta cercando di fare da anni è solo di andare avanti finché è possibile. 

Saremo ben felici di vedere una nuova scuola nel nostro quartiere, ma qui entrano in ballo altri enti e l’attesa dei fondi. Tutto ciò non fa ben sperare. Quello che ci preme, dunque, è che tutti gli studenti che stanno svolgendo il loro percorso di studi a Pian di Frasso, ma anche i loro insegnanti, nonché il personale ATA, possano portare a termine il loro lavoro nelle migliori condizioni di sicurezza, d’igiene e di salute psico-fisica.

La scuola è il cuore pulsante di questo quartiere e pensare alla sua chiusura è dilaniante, ma siamo consapevoli che una strada va trovata.

Sappiamo che, in mattinata, una delegazione di genitori si è recata, prima alla segreteria dell’IC Ardea 3, a Nuova Florida, poi presso la sede della Polizia Locale. Questo per denunciare nuovamente il mal funzionamento di un condizionatore in una classe prima, nonché il perdurare degli sbalzi di corrente, nonostante siano state staccate tutte quelle apparecchiature che generavano “sovraccarichi all’impianto”, come dichiarato dal primo cittadino in una sua intervista, infine, il fatto che l’edificio, nel suo complesso, sia ancora freddo. Tutto questo nonostante il sopralluogo svolto dai tecnici comunali. Alcuni genitori ci hanno fatto sapere di aver incontrato l’architetto del Comune Claudio Sciacchitano, che ha rassicurato la delegazione comunicando che, tra sabato e domenica, saranno svolti gli interventi tecnici, che permetteranno di riscaldare adeguatamente i locali.

Un quartiere è fatto da tante persone, di diversa estrazione, cultura, provenienza ed ideologia. La scuola è però patrimonio di tutti. Quello che chiediamo alla classe politica locale, quindi, al di là del singolo schieramento, è di lottare nelle sedi più opportune. Tutti uniti, affinché questo quartiere non perda la sua linfa vitale. Perché la Regione ha rifiutato i finanziamenti, che avrebbero aiutato Pian di Frasso e Sant’Antonio? Perché non è possibile ricollocare gli studenti di Pian di Frasso in altre scuole, come fu per i bambini della Rocca, ed effettuare degli interventi per risolvere le problematiche più urgenti? Cosa impedisce di installare un gruppo elettrogeno, cui allacciare i bollitori per evitare che, durante la somministrazione dei pasti, la scuola resti al freddo? Se non è possibile andare avanti e fare interventi o spendere soldi per questa scuola, perché continuare a lasciare aperte le iscrizioni? Ci auguriamo che, davanti a questa situazione di emergenza, la politica locale si unisca per difendere il diritto allo studio ed al lavoro dei suoi bambini e dei suoi dipendenti.

La Direzione del Comitato di quartiere Le Quattro Vie

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