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Bancarotta fraudolenta milionaria, 8 arresti: maxi sequestro tra Pomezia e Catania

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Su delega della Procura della Repubblica di Catania, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale etneo che ha disposto la custodia in carcere nei confronti di 8 persone che avevano cotituito un’associazione a delinquere finalizzata alla sistematica realizzazione di bancarotte fraudolente (patrimoniali e documentali) e reati tributari (emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute e di imposte).

Sequestrati, inoltre, le disponibilità finanziarie degli indagati fino alla concorrenza di circa 10 milioni di euro, pari al profitto guadagnato dai reati tributari; due società commerciali attive, RTN s.r.l. con sede legale a Milano e la JBC s.r.l.s. con sede legale a Misterbianco (CT), entrambe dedite all’attività di trasporto merci per conto terzi.

Secondo le fiamme gialle, l’associazione criminale era capeggiata dai fratelli Riccardo, 65 anni, al momento irreperibile, Giovanni Reitano, 71 anni, e dal figlio di quest’ultimo Antonio Luca Maria Reitano, 42 anni, “i quali hanno amministrato, attraverso la compiacenza di prestanome nullatenenti, un gruppo di imprese attive nel trasporto di merci per conto terzi e operanti, in modo apertamente sleale, in frode al Fisco e ai creditori”.

Nel corso del tempo sono fallite 7 società commerciali del “Gruppo Reitano”.

Tra queste è stato accertato anche il coinvolgimento della “TTC EXPRESS FARMADISTRIBUZIONE & LOGISTICA SRL”, con sede legale a Pomezia (Roma), costituita nel 2000 e fallita nel 2017, avente ad oggetto il noleggio di mezzi, gestita di fatto dai Reitano e avente quale amministratore di diritto Monica Reitano (figlia di Riccardo) i quali, nel quadriennio 2011-2014, hanno utilizzato fatture “false” per quasi 2 milioni di euro e emesso, a favore del gruppo criminale, documenti a fronte di operazioni fittizie per un milione e 600 mila euro circa.

L’operazione, condotta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania e convenzionalmente nota come “Tir Camaleonte”, “ha svelato l’esistenza, almeno dal 2010, di un sistema fraudolento collaudato che ha visto la periodica sostituzione di società del gruppo, schiacciate ormai da pendenze debitorie e affidate ad amministratori assolutamente non idonei a gestirla, con imprese solo formalmente differenti ma con il medesimo oggetto sociale e gli stessi dipendenti”.

Coinvolti: il dottore commercialista Fabio Saccuzzo, 40 anni, che teneva delle scritture di gran parte delle imprese della “galassia REITANO”, “con un ruolo attivo nel favorire la schermatura dei patrimoni del gruppo REITANO suggerendo consapevolmente le mosse più efficaci per eludere ogni possibile azione giudiziaria”; Luisa Spampinato, 58 anni, ex convivente di Riccardo Reitano, “formalmente mera dipendente ma in realtà spesso chiamata dai REITANO a partecipare alle fasi gestionali cruciali relative al passaggio di asset patrimoniali dalla società in decozione a quella di nuova creazione”; Antonio Lo Presti, 42 anni, “titolare di partita IVA quale libero professionista, anch’egli apparentemente solo un “semplice” dipendente dei REITANO ma nei fatti pienamente coinvolto nella gestione amministrativa e contabile delle società incriminate”.

L’associazione a delinquere era composta anche da 3 soggetti “prestanome”, nullatenenti e privi di competenza professionale: due cittadini di nazionalità cubana, Alberto David Victoria, 42 anni, amministratore di diritto in 5 società del “gruppo Reitano” e Jimenez Josè Fonseca Zamora, 71 anni, suocero di Riccardo Reitano, anche lui irreperibile; Maria Correnti, amministratrice di diritto di 5 società del gruppo, proposta ai Reitano dal commercialista Saccuzzo. Per lei a differenza dei primi due destinatari della misura carceraria, anche in ragione delle sue dichiarazioni il Gip ha disposto la misura cautelare personale dell’obbligo giornaliero di presentazione alla polizia giudiziaria e la misura interdittiva del divieto di esercizio di imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per 12 mesi.

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