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Broker ostaggio nei narcos messicani a Roma: minacce e video macabri, “Ti faccio staccare la testa”

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La polizia ha portato a galla un intrigo internazionale che vede al centro della vicenda una fornitura di petrolio da ben 520 milioni.

I narcos messicani sbarcano a Roma e sembrano non esser propensi a scendere a compromessi. Disposti a tutto, anche ad inviare il “Generale” nella Capitale – dove il broker avrebbe garantito il buon esito dell’affare andato a monte –  pur di ottenere i 120 milioni di barili di petrolio che avevano lautamente pagato. Ora, il loro rappresentante ecuadoregno viene accusato di tentata estorsione e non potrà più avvicinarsi alla vittima. A riportare la notizia Repubblica. 

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Le indagini e la fornitura di petrolio da 520 milioni 

L’indagine è stata da poco conclusa da parte del pubblico ministero e mette nero su bianco la vicenda di un intrigo internazionale. Vicissitudini  degne di un film e anche di una città come Roma, dove affari poco chiari tra aziende petrolifere e malavitosi sudamericani si mescolano. La vicenda ha a che fare con 520 milioni di greggio che un’azienda di Dubai nel luglio 2022 avrebbe dovuto consegnare ad un’azienda messicana, la quale lamenta di non aver mai ricevuto il petrolio pagato. Dunque, i sudamericani esternano le loro rimostranze al broker, che ha rappresentato la controparte mediorientale.

Le minacce 

I sedicenti truffati pretendono anche che venga pagata la parcella al loro broker, pari a 40 milioni. L’uomo è agguerrito e le minacce non tardano ad arrivare: “Sono vicino ad una famiglia di messicani, ti faccio staccare la testa, anche ai tuoi familiari, verranno a casa e prenderanno tutta la tua famiglia”. Poi arrivano alle vittima anche alcuni video dal sapore a dir poco minaccioso e violento. Successivamente, l’incontro.

L’incontro e l’arresto 

Quest’ultimo avvenuto il 18 settembre scorso, quando la vittima ha incontrato un rappresentante della “famiglia messicana” lungo la riva dei laghetti dell’Eur. L’uomo pretendeva il denaro e le minacce, ancora una volta, non sono mancate. La vittima si è poi rifugiata in un albergo nel cuore della Capitale dove ha ricevuto una telefonata nella quale le si diceva di restare in camera fino alle 9 del giorno seguente. Messaggi e video macabri si sono susseguiti nel corso dei giorni ma la vittima aveva contattato la polizia. Gli agenti hanno ascoltato ogni cosa e proceduto poi all’arresto del rappresentante ecuadoregno, verso il quale – come anticipato – il giudice ha chiesto il divieto di avvicinamento alla vittima. 

 

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