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Caput Mundi Mall del Vaticano senza pellegrini: chiude il centro commerciale del Giubileo

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Chiude il centro commerciale Caput Mundi Mall a due passi dal Vaticano. Il 30 ottobre la società Gasak sarà sfrattata.

Un centro commerciale, stile Mall americano, a pochissimi passi da San Pietro e dai principali luoghi della religiosità presso la Capitale. A questo punto si era arrivati con il neoliberismo sfrenato; e chissà se qualcuno ora alza il sopracciglio stranito, a fronte della imminente chiusura. Il Caput Mundi, ex Vatican Mall, posto al quinto piano del Terminal-Gianicolo, il prossimo 30 ottobre verrà sfrattato. La società Gasak ha i giorni contati.

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Dieci milioni di euro il costo della struttura

Dieci milioni di euro e due anni per costruirlo. Il centro commerciale ha aperto solo la scorsa primavera, ma è fallimento totale. La gente lo snobba, probabilmente perché il bacino di utenza male si concilia con un luogo eccessivamente artificioso e capitalista. Il Mall di tipo americano è un luogo non luogo. Dove viene offerto tutto al cliente, una esperienza in un certo senso totale. Qui, orde di consumatori, hanno il necessario per passarci tutta la giornata. Invece siamo in mezzo a monumenti e spazi dal forte valore simbolico. Il valore, non è il prezzo. E così da via Urbano VIII arriva la notizia: “Ce ne andiamo“.

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Un luogo fantasma

Questo è diventato lo spazio in oggetto. Gasak fa sapere che i motivi della chiusura, infatti, sono la morosità e la mancanza di pellegrini. Aggiungiamo noi; la morosità, con tutta probabilità, è determinata proprio dalla mancanza di pellegrini. La metà dei negozianti, ad oggi, ha rimosso la propria attività chiedendo risarcimenti ingenti. Una cosa da otto milioni di danni. Gasak, peraltro, nemmeno ha pagato due rate di pigione alla società Terminale Vaticano Roma, la quale gestisce lo spazio di proprietà della Santa Sede. Tra Gasak e Terminale Vaticano c’è ora un contenzioso; una battaglia legale volta ad accertare quale dei due soggetti abbia generato delle mancanze. Così quaranta boutique di grandi marchi, dieci punti ristorazione, un’area attrezzata complessiva di 5mila metri quadrati risulta un totale fallimento. Troppe aspettative, manager incapaci, che hanno pensato di orientare allo shopping una moltitudine di pellegrini. Peccato però che a Gesù Cristo bastavano un saio e un paio di sandali. Sarà mica questo il motivo per cui il centro commerciale chiude?

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