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Caso Orlandi, pubblicate presunte chat compromettenti del Vaticano: “Dobbiamo far sparire quella cosa di Emanuela”

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Emanuela Orlandi

Probabili chat compromettenti di membri del Vaticano potrebbero riaprire il caso attorno alla scomparsa di Emanuela Orlandi.

Emanuela Orlandi
Emanuela Orlandi al centro di conversazioni compromettenti: l’evolversi dell’indagine – Ilcorrieredellacitta.com

Il Corriere della Sera riapre il caso Orlandi, pubblicando delle probabili chat compromettenti inerenti alla sparizione della ragazza nel giugno 1983. I dossier su cui avrebbero posto attenzione gli investigatori, ormai da diverso tempo in confronto alla stampa, sono le presunte conversazioni di WhatsApp tra Francesca Immacolata Chaoqui e Angel Vallejo Balda, segretario della prefettura degli affari economici del Vaticano. 

Le chat compromettenti sul caso della Orlandi

Nei messaggi pubblicati quest’oggi per la prima volta, è possibile leggere: “A settembre dobbiamo far sparire quella roba della Orlandi e pagare i tombaroli. Di questo devi parlare con il Papa… Quella roba di Emanuela deve sparire e tu devi farti gli affari tuoi”. Così dieci anni fa fu scritto probabilmente nella chat che intercorse tra la Chaoqui e Balda: all’epoca entrambi avevano ruoli di spicco nel Vaticano, essendo membro e segretario della Cosea (la commissione voluta da Papa Francesco per rimettere in ordine gli enti economici della Santa Sede). 

Il ritrovamento delle chat compromettenti

A depositare le chat di WhatsApp, attraverso le fotocopie degli screenshot, è stata la Commissione parlamentare che sta cercando la verità attorno alla sparizione di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Gli investigatori stanno cercando di comprendere la veridicità di queste conversazioni, soprattutto a monte di un fatto: entrambi i soggetti sono condannati per lo scandalo di Vatileaks 2, cui la Chaoqui avrebbe rivelato casi di corruzione tra cardinali e prelati, oltre a informazioni sul caso di monsignor Becciu.

Appello per Emanuela Orlandi
Le chat compromettenti recuperate da Pietro Orlandi (credits @Today) – Ilcorrieredellacitta.com

Le chat trovate da Pietro Orlandi

Tali chat vennero in possesso di Pietro Orlandi da una fonte anonima, con il fratello di Emanuela che le consegnò al pm vaticano Alessandro Diddi. In queste conversazioni, che ormai sono nelle mani dell’autorità giudiziaria da un anno, Balda ha sostenuto anche un interrogatorio: davanti al magistrato ha negato di essere lui la persona coinvolta nelle conversazioni, non convincendo però l’autorità che sta portando avanti le indagini. 

La verità dietro le chat compromettenti: l’ipotesi

Leggendo le chat intercorse probabilmente tra la Chaoqui e Balda, si evince come la donna abbia scoperto un segreto enorme dietro la vicenda di Emanuela Orlandi. Vicenda che la “Papessa” vorrebbe riportare a Giani, l’ex capo della gendarmeria e che saprebbe altri fatti mai dichiarati sulla scomparsa della ragazza nell’83. Ecco perché invita Balda a leggere, salvarsi le parole sull’Orlandi e poi cancellare quella chat compromettente. 

Balda si limita a dire, dove aver letto il messaggio, come sia lui sia la Chaoqui hanno il sostegno di Papa Francesco sulla vicenda. Dice che il Santo Padre ha fiducia nel loro lavoro su questo caso (ma non è specificata la mansione) e di non dire nulla a Ciani sugli ultimi ritrovamenti effettuati. 

Papa Francesco è tirato in mezzo per un motivo, considerato come nel 2014 iniziasse a manifestare la volontà di fare piena luce sul caso Orlandi. Vicenda dove però, da quello che si legge, probabilmente i collaboratori volevano rallentarlo per diversi mesi: in questo caso si parla addirittura di un anno. Resta da capire ora le origini delle chat, che si presume provengano dai telefoni riservati della Chaoqui e Balda. 

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