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Caso Soumahoro, la Karibu percepiva finanziamenti anche per gli ex ospiti delle SPRAR

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Marie Therese Mukamitsindo

Sullo scandalo che coinvolge il parlamentare Aboubakar Soumahoro, probabilmente si potrebbe scrivere un film. Di quelli dove anzitutto si sottolinea come non bisogna lucrare sull’immigrazione e la miseria di certe persone, illuse di venire in Italia per trovare fortuna. Di finanziamenti, e quindi soldi, la Cooperativa Karibu ne percepiva parecchi, dichiarando come ancora attivi anche ex ospiti interni alla propria struttura. 

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Il metodo per percepire i fondi pubblici, legati a bandi sull’accoglienza statali, comunali, regionali o ministeriali, era collaudato e prometteva introiti sicuri. Lo si faceva ingigantendo la rosa dei propri ospiti interni alla cooperativa, evitando di depennare quelli che erano andati via. Infatti, tante erano le persone ospitate nelle SPRAR della cooperativa, come molteplici erano i soggetti che in maniera volontaria si allontanavano da quelle strutture. Non solo per le cattive condizioni in cui versavano, ben delineate dal capo di accusa, ma anche per motivi strettamente personali: magari riconciliarsi con la propria famiglia, che viveva in qualche punto d’Italia o dell’Europa. 

Eppure, nonostante queste persone fossero a tutti gli effetti “ex ospiti” delle SPRAR, evitando di depennarli dalle proprie liste, alla Cooperativa Karibu permettevano ancora di percepire fondi per l’assistenza di quella persona. La verità su questa dinamica, l’ha confessata una ex dipendente di  Marie Terese Mukamitsindo, ovvero la suocera di Aboubakar Soumahoro e madre di Liliane Murekatete. La testimonianza esposta dalla donna, all’epoca attiva in una società satellite della Cooperativa Karibu, è contenuta nella richiesta di misure interdittive presentata dalla procura al Gip. Gli ex dipendenti della ‘galassia’ Karibu hanno confermato agli inquirenti la natura ‘satellite’ e di ‘scatola vuota’ rispetto alla Karibu della società Jambo Africa. Nelle carte spunta anche il nome di un’altra società satellite, la ‘Mukra’, che non appare però nell’ordinanza del gip. I dipendenti hanno confermato le cattive condizioni di vita degli ospiti nelle strutture.

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