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Chialastri, il pilota filosofo che invita ad allentare la tensione e a slacciarsi le cinture

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Ha un precedente illustre il personaggio che ci accingiamo a incontrare oggi: lo scrittore e aviatore Antoine de Saint-Exupéry, conosciuto soprattutto per il Piccolo Principe ma autore anche di opere come Pilote de Guerre e Vol de Nuit, intrise di poesia e di quel sentimento che solo un pilota d’aeroplani può provare librandosi nell’infinito.

E lui, Antonio Chialastri, classe 1965, alla distinzione fra i due termini “pilota” e “aviatore”, tiene moltissimo. Il primo – sottolinea – fa riferimento all’aspetto tecnico, il secondo a quella irrefrenabile passione che ti spinge a superare il limite tra la terra e il cielo.

E lo fa con un impeto che sarebbe più facile attribuire ad un giovane alle prime armi con la cloche.

E invece Antonio di anni di volo alle spalle ne ha più di trenta. E con l’entusiasmo e l’umiltà di un bambino – tra una risata e una battuta – ricorda l’emozione del suo battesimo dell’aria.

“Era il 1 luglio 1987 – rammenta – e la tratta era Roma  – Istanbul”

Di quel primo volo ricorda soprattutto il momento dell’atterraggio – una manovra eccezionalmente soft – per la quale ricevette le congratulazioni del suo istruttore. “Fu solo fortuna – si schernisce con la semplicità che sempre caratterizza gli uomini eccezionali – nient’altro”

Una lezione di vita

Eppure Antonio Chialastri di motivi per vantarsi ne avrebbe. Oltre ad un curriculum professionale di tutto rispetto ed il conseguimento di ben tre lauree – filosofia, epistemologia e bioetica (quasi quattro in quanto è ora laureando in Scienze Politiche) è anche uno scrittore prolifico, elettrizzato all’idea che sabato verrà presentata a Fregene, presso la biblioteca comunale (ore 17)  la sua ultima fatica, una raccolta di racconti brevi dal singolare titolo “Slacciamo le Cinture” (IBS, 2020). Una brillante carriera mise à nu nei suoi aspetti “solo apparentemente eroici” attraverso memorie, riflessioni, emozioni di un uomo che dalla vita riconosce di avere avuto molto – benché figlio di un operaio – e solo grazie al duro lavoro e all’applicazione.

Non a caso ha dedicato l’ultimo dei suoi racconti – I Figli dei Marziani – alle nuove generazioni. Compresi i suoi cinque rampolli. Molto diversi tra loro, dice, ma anche dai loro genitori. “Noi avevamo più certezze – afferma – più valori. Forse anche più sogni da inseguire. E tutto questo ci ha reso più forti”.

Dobbiamo vegliare sui nostri ragazzi – ammonisce il comandante – essere più presenti affinché non prendano strade sbagliate come purtroppo oggi spesso accade.

Fatti non foste a viver come bruti… Cita Dante Alighieri, il Capitano, una delle pietre miliari della sua vasta cultura nella quale come il suo Maestro, l’intellettuale francese Edgar Morin, ha cercato di raggiungere un nuovo livello di conoscenza che superi la separazione dei saperi. E pare proprio che ci sia riuscito.

Pronti al decollo allora? Una nuova avventura ci attende tra le pagine di un libro che ha tutti i presupposti – ci sembra – per essere definito speciale.

Rosanna Sabella

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