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Cinghiale avvistato nel fosso di Castel S. Angelo: blitz nella notte, catturato e ucciso

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cinghiale Castel S. Angelo

Lo avevano visto in tantissimi camminare nel fossato di Castel S. Angelo, a Roma. Il video aveva fatto rapidamente il giro dei social network, diventando virale. A seguito di questo, l’annuncio pubblicato ieri mattina sulla pagina dall’Associazione Parco di Castel Sant’Angelo.

“Il fossato è chiuso. Il cinghiale è ancora lì, dorme, sembra tranquillo. La polizia di Roma Capitale poco fa al telefono ha detto che il servizio veterinario stava andando sul posto per narcotizzare il cinghiale e poi trasferirlo in sicurezza in una riserva apposita”.

Non è andata così, purtroppo. Nemmeno stavolta. Questa notte, quando l’ignaro cinghiale è crollato esausto in un sonno profondo fra la folta vegetazione – senza aver infastidito nessuno – è arrivata la Municipale con il servizio veterinario della Asl accompagnato dalle forze dell’ordine.

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Tutto ripreso dai video 

Dopo aver recintato l’area e allontanato passanti e turisti incuriositi (c’erano anche diversi bambini) l’ennesima esecuzione sommaria ha avuto luogo sotto una luna splendente, di fronte allo sguardo atterrito e impotente di un paio di attivisti che si trovavano a passare di lì e che hanno filmato tutto senza riuscire a intervenire.

Gli hanno urlato: “Allora? Volete rispondere? O volete rispondere davanti ad un avvocato? A un giudice? Eccoli. Eccoli i macellai! Ne vedrete delle belle!”, hanno minacciato. E le procedure? Sono state rispettate almeno in questo caso?, domandiamo.

“Niente copriscarpe – accusa uno dei volontari – niente guanti monouso e nessun contenitore siglato. Una vergogna…” I due volontari che si sono trovati sul posto intorno alle 23 hanno iniziato a chiamare gli altri quando hanno capito che per il povero cinghiale che se ne stava per i fatti suoi in  una calda notte d’estate nel cuore di Roma,  la condanna era già stata firmata. Ma dopo la mezzanotte nessuno ha risposto all’appello. E per la bestiola non c’è stato niente da fare.

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Gli attivisti

“In due potevamo fare ben poco – dichiarano affranti i due attivisti – Ma non ci sarà una prossima volta. Le autorità sono avvisate”. Intanto le chat nei gruppi WhatsApp e su Telegram si fanno bollenti.

“Da notizie al momento informali e non ancora confermate dal 17 maggio in poi sono state rinvenute solo 3 carcasse di cinghiali, malati…forse..chi può dirlo? Non c’è trasparenza. Come potremmo saperlo? Il resto è tutto un bluff per procedere agli abbattimenti di massa voluti da molta parte della popolazione e dalla giunta Gualtieri”  commenta in chat un attivista. “Dateci un po’ di tempo e presenteremo le prove di quello che si sta dimostrando un vero e proprio abuso. Un crimine – se vogliamo dirla tutta – contro gli animali e la Natura”.

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