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Cisterna di Latina, mezzi bellici d’epoca in mostra in ricordo dello Sbarco e della Battaglia di Cisterna

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Settantasei anni fa 755 giovani soldati americani perirono nelle campagne di Isolabella nel tentativo di liberare la città e fare ingresso a Roma.
Erano il 1º e il 3º battaglione dei celebri Ranger, lo speciale reparto militare addestrato per operazioni d’assalto sul territorio nemico fondato dal William Orlando Darby.
L’agguato teso dai tedeschi non lasciò scampo ai soldati americani e segnò profondamente le successive vicende belliche trasformando Cisterna in un drammatico e prolungato teatro di guerra tra fronti contrapposti.
Quel tragico evento passò alla storia come “La battaglia di Cisterna” e, in onore del sacrificio patito dai soldati, i due battaglioni non furono più ricostituiti.
Per celebrare l’anniversario dello Sbarco alleato di Anzio-Nettuno (22 gennaio 1944) e la Battaglia di Cisterna (la notte tra il 29-30 gennaio 1944), sabato scorso si è tenuta una rievocazione organizzata dall’associazione HighWay Six Club, in collaborazione con la sezione ANGET di Cisterna e il patrocinio comunale.
Una carovana di una ventina di mezzi originali d’epoca con a bordo circa cinquanta figuranti in tuta mimetica statunitense hanno raggiunto la località di Isolabella. Ad accoglierli l’assessore Alberto Ceri in rappresentanza dell’Amministrazione comunale. Dinanzi alle colonne-monumento che conservano i fori dei proiettili della Battaglia, è stato intonato il “Silenzio” e deposta una corona d’alloro.
Quindi il corteo si è diretto verso il centro di Cisterna e sfilando lungo Corso della Repubblica ha raggiunto Palazzo Caetani, dove è stata svolta una visita guidata all’interno delle sale e delle grotte.
Emozionante è stato il ricordo della popolazione cisternese che nei cunicoli dello storico edificio ha trovato riparo, ma anche tanti sacrifici, stenti e taluni la morte, per 56 giorni, fino all’ordine di sfollare la città, avvenuto il 19 marzo.
“Chissà quante volte queste Jeep Willys sono passate su Via Nettuno, a Le Ferriere e nelle vie della nostra città – ha commentato Ceri -, e quando dolore e sangue sono stati versati. Noi, fortunatamente, li possiamo solo immaginare, ma per nessun motivo li dobbiamo dimenticare”.

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