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Concertone 1° Maggio, Fedez attacca la Lega e Mario Draghi. ‘Ecco la telefonata che smentisce la Rai sul tentativo di censura’

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Fedez sale sul palco, interrompe il concento e le “canta” di brutto ad alcuni esponenti leghisti per le loro posizioni contro gli omosessuali e per la loro contrarietà ad approvare il Ddl Zan. Il rapper ha elencato i nomi dei politici e le frasi raccapriccianti con le quali condannano l’omosessualità, vista come se fosse una perversione o una vergogna e non un semplice modo di amare. Ma se la prende anche con Draghi, chiamandolo solo “Mario”, per aver trattato con enorme disparità i lavoratori del mondo del calcio rispetto a quelli dello spettacolo o delle altre categorie. E’ stato uno “show” di oltre 4 minuti, tutti da vedere, che ha suscitato indubbie reazioni, quello di Fedez. Ecco alcune frasi choc: “Se avessi un figlio gay, lo brucerei in un forno” (Giovanni Stellari), “I gay? Cominciassero a comportarsi come tutte le persone normali” (Alessandro Rinaldi), “Gay vittime di aberrazioni della natura”. E le prime reazioni a quanto detto da Fedez sono state di Matteo Salvini e della Rai, che hanno risposto in maniera completamente diversa.

La reazione di Salvini agli attacchi alla Lega

Il primo ha inizialmente polemizzato, con un post su Twitter dove tuona “Il “concertone” costa circa 500.000 euro agli italiani, a tutti gli italiani, quindi i comizi “de sinistra” sarebbero fuori luogo”, mentre sul secondo, pubblicato su Facebook, scrive: “Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna.Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti. Il diritto alla vita ed all’amore sono sacri, non si discutono. Per me anche il diritto di un bimbo a nascere da una mamma e un papà è sacro, mentre il solo pensiero dell’utero in affitto e della donna pensata come oggetto mi fanno rabbrividire. Così come, da padre, non condivido che a bimbi di 6 anni venga proposta in classe l’ideologia gender, o si vietino giochi, canti e favole perché offenderebbero qualcuno. Non scherziamo. Viva la Libertà, che non può imporre per legge di zittire o processare chi crede che la famiglia, come anche la Costituzione prevede, sia la cellula, il nucleo, il cuore, il passato, il presente e il futuro del mondo”.

La smentita della Rai

La Rai, dopo l’esibizione, si è affrettata a “mettere una pezza”, inviando un comunicato stampa. “Rai3 e la Rai sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. E’ fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta. Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto: la Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, la quale si è occupata della realizzazione e dell’organizzazione del concerto, nonché dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi. La Festa del lavoro, come hanno ricordato nei loro interventi i segretari di Cgil, Cisl e Uil, è appunto una festa, vale a dire la celebrazione delle conquiste dei lavoratori e dei loro diritti, sanciti dalla Costituzione e dallo Statuto, di cui i sindacati si fanno custodi e paladini. Ed è proprio a quelle conquiste e a quei diritti, oggi minacciati da una pandemia mondiale che erode l’occupazione, che è dedicato questo Primo Maggio”.

La replica di Fedez

Ma Fedez non si fa cogliere impreparato e pubblica su Instagram e su Twitter la telefonata che smentisce quanto affermato dalla Rai. “Sono felice di essere salito sul Palco del Primo maggio, non mi aspettavo che dalla Rai arrivasse una smentita rispetto a quello che è accaduto ieri. Sono stato chiamato, mi hanno detto parole come ‘devi adeguarti ad un sistema’ o ‘non puoi dire i nomi che fai’. Avrei voluto evitarlo, ma nel momento in cui mi si dà del bugiardo mi trovo costretto a pubblicare la telefonata, una delle più spiacevoli della mia vita”, dichiara il rapper attraverso i social.

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