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Continua la fuga di cervelli dall’Italia, il Lazio in quarta posizione

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Da anni oramai c’è un fenomeno imperante che domina in Italia, e si tratta della cosiddetta fuga dei cervelli, un trend che sta arrivando a danneggiare fortemente il nostro paese e la nostra economia. Anzi, in questo modo l’Italia rischia di continuare a impoverirsi, arricchendo gli altri paesi fornendo loro professionisti qualificati e formati a spese dello Stato. Sono infatti proprio i laureati che scelgono di abbandonare il paese perché qui non trovano lavoro, o perché semplicemente all’estero hanno prospettive di vita ed economiche superiori. D’altronde, il nostro tasso di disoccupazione è il più alto in Europa dopo Grecia e Spagna e quindi, sebbene si possa comprendere la volontà di molti giovani di trovare fortuna altrove, questo nulla toglie al fatto che tale fenomeno causi gravi danni al paese.

Laureati: in 10 anni più di 100 mila hanno scelto l’estero

L’ultimo report prodotto da Istat è allarmante, dato che in 10 anni l’Italia ha perso circa 100 mila laureati, emigrati appunto in direzione di un paese straniero. I motivi sono i soliti di sempre: c’è chi parte perché qui non trova lavoro, chi sceglie l’estero per veder premiate le competenze digitali che in Italia non trovano sbocchi, e chi lo fa per avere uno stipendio o una prospettiva di vita superiori. Quali sono le mete più ambite? Quelle dove gira meglio l’economia, ovvero la Germania e il Regno Unito, insieme ad altri paesi come la Svizzera e la Francia. Il Lazio, in particolare, è quarto per numero di ragazzi che hanno deciso di cercare fortuna altrove, con un numero di cancellazioni anagrafiche arrivato a circa 10 mila unità. Si tratta dunque di una decisione presa da un numero sempre maggiore di giovani, che magari cominciano a studiare anche all’estero e si trasferiscono poi in via definitiva. La possibilità quindi di cominciare una carriera fuori dall’Italia già a partire dai propri studi, la necessaria mobilità prevista da un mercato del lavoro ormai globalizzato e la sempre maggior semplicità nell’organizzare traslochi anche internazionali (grazie a ditte specializzate come Blissmoving ad esempio), hanno portato sempre più giovani a compiere questa scelta. Se quindi il fenomeno continuasse a crescere in questo modo, lo Stato arriverebbe a perdere fino a 16 miliardi, oltre un punto percentuale del nostro attuale Pil.

Un bando per fermare la fuga dei cervelli dal Lazio

Per riuscire a mettere un freno a questa fuga, la Regione ha promosso quindi un bando nato con lo scopo di favorire la permanenza dei ricercatori sul territorio, così da evitare l’impoverimento culturale e scientifico del Lazio. C’è tempo fino al 31 marzo per presentare la domanda di ammissione, e chi riuscirà ad accedervi potrà contare su una borsa di studio con assegno mensile e vari finanziamenti per riuscire a far crescere i propri progetti. Si tratta quindi di una mossa che mira ad invogliare i giovani più meritevoli a restare a casa propria, evitando così di andare ad arricchire il numero di laureati che hanno deciso di rivolgersi alle opportunità estere. Questo perché il trasferimento fuori dall’Italia può essere certamente dettato da una scelta personale, ma non dovrebbe mai essere una soluzione necessaria e imposta dalla mancanza di prospettive in Italia.

Sebbene dunque il fenomeno della fuga di cervelli si stia facendo sempre più preoccupante, fortunatamente la Regione sta attuando una serie di iniziative volte ad agevolare la permanenza dei nostri migliori ricercatori in Italia e nel Lazio.

 

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