Si attende per oggi la pubblicazione del nuovo decreto del presidente del Consiglio. Dalle indiscrezioni trapelate ci sarà qualche piccola apertura, che servirà solo da incoraggiamento: a riaprire a partire dal 14 aprile saranno librerie e cartolerie, oltre alle aziende che fabbricano macchine agricole, quelle che essiccano e lavorano il legno e le imprese di silvicoltura.
C’è ancora incertezza per quanto riguarda i negozi di abbigliamento per neonati.
Restano chiusi tutti gli altri, la cui data di riapertura dovrebbe slittare al 4 maggio, sempre che la curva dei contagi sia nel frattempo scesa.
Il lockdown proseguirà quindi fino al 3 maggio, anche per evitare assembramenti durante i ponti del 25 aprile e del 1 maggio, due periodi in cui il rischio di fughe avrebbero potuto far vanificare gli sforzi fatti finora.
LA FASE DUE CON LE RIAPERTURE SCAGLIONATE
Il timore, appunto, di mandare in fumo i sacrifici fatti nel mese di marzo spingono il Governo Conte a proseguire verso la chiusura, con «graduale e progressiva ripresa delle attività». Adesso la priorità per le riaperture è mettere a punto le linee guida da fornire alle aziende per la sicurezza, a partire dal distanziamento sociale e dalla sanificazione, fino ai dispositivi di sicurezza per i dipendenti.
Le riaperture delle altre tipologie di aziende e negozi potranno essere diverse a seconda della località: verranno pianificate in sinergia tra Regioni e Governo valutando i diversi indici di contagio e le misure di contenimento che ogni Regione sarà in grado di garantire. In ogni caso, anche se la Regione potrà proporre, sarà il Governo a decidere per la singola Regione.
GLI SPOSTAMENTI DA REGIONE A REGIONE
Gli spostamenti sul territorio nazionale e le ultime riaperture potrebbero avvenire gradualmente a partire nella seconda metà di maggio, a partire dal 18, sempre valutando la curva dei contagi.
Le ultime attività a ripartire sono quelli che creano più aggregazione: ristoranti, bar, palestre, luoghi dove si organizzano eventi.