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Custodiva in casa e vendeva video pedopornografici, arrestato un 30enne di Aprilia

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Si torna a parlare di pornografia nella zona del Lazio, con un uomo che è stato fermato nella giornata di oggi ad Aprilia. Il soggetto era considerato un riferimento sicuro per acquistare materiale pedopornografico nella sua zona, tanto che ai controlli è emerso come conservasse centinaia di video o foto sul proprio computer e avesse inserito molti di questi materiali multimediali su compact disc, pronti per il mercato nero. 

Arrestato pedofilo ad Aprilia, vendeva video pedopornografici

Nella giornata odierna, i poliziotti del Commissariato di P.S. “Cisterna di Latina” hanno rintracciato e arrestato un soggetto originario di Aprilia, tale V.A. di anni 30, destinatario dell’Ordine di esecuzione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina, con il quale è stata disposta la pena definitiva di anni 4 e mesi 2 di reclusione in ordine ai reati di pornografia minorile e detenzione di materiale pornografico minorile. I fatti si riferiscono a condotte commesse in Aprilia tra il 5 e l’11 Febbraio del 2012. L’arrestato è stato associato al carcere di Latina e posto a disposizione dell’A.G.

Il pericolo pedofili torna a farsi sentire nel Lazio

Come abbia scritto nei giorni scorsi, torna a farsi sentire il problema della pedofilia in Italia, con casi che spaventano anche le famiglie del Lazio. L’età degli adescamenti è drasticamente scesa ai bambini under 10, con i pedofili che oggi li adescano con tecniche minuziose sui social network. Un problema per troppi genitori che, forse per disattenzione e troppo lavoro, non vegliano adeguatamente il tempo che i propri figli piccoli trascorrono sul web e le attività che svolgono qui. 

Le tecniche di adescamento dei pedofili: un monito per i genitori

Chi oggi adesca i bambini sui social network, in primis Instagram e TikTok, si muove probabilmente dopo aver già pedinato la sua piccola vittima. Infatti, si finge un compagno di scuola del bambino, entrando subito in sintonia e spingendo il minore a farsi foto di nudità, che prontamente si fa mandare attraverso – prevalentemente – gli smartphone. Una situazione che deve spingere i genitori, nessuno escluso, a monitorare con scrupolo la vita “social” dei propri bambini. 

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