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Dal cinema al Tribunale di Roma: la gemella di “Come un gatto in Tangenziale” prova a far dissequestrare le sue auto di lusso

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Alessandra Giudicessa in Come un gatto in Tangenziale

Era diventata un volto famoso del cinema, grazie alla parte della gemella nel film “Come un gatto in Tangenziale” con Antonio Albanese e Paola Cortellesi. Peccato che dietro quell’esperienza cinematografica, si nascondesse il volto di una donna con piccoli reati che portava avanti. Tra questi, dichiarazioni di redditi inesistenti per almeno 19 anni, nonostante ugualmente girasse per Roma a bordo di auto lussuose o spendesse centinaia di migliaia di euro per investimenti finanziari.

La gemella di “Un gatto in Tangenziale” chiede il dissequestro delle auto

Il suo nome è Alessandra Giudicessa, presente oggi a piazzale Clodio per provare a riottenere le sue automobili di lusso. Per la legge, la donna nullatenente non può permettersi quei bolidi e mantenerli, non riuscendo nemmeno a dimostrare come sia riuscita a pagare quelle vetture in maniera regolare. Eppure, la gemella si sarebbe presentata ugualmente al Tribunale di Roma oggi, portando una memoria difensiva con il suo legale Giovanni Belcastro, dove spiega le modalità di acquisto di quelle supercar. Come menziona la nota dell’avvocato, nessuna attività irregolare ma solo i soldi messi da parte con l’attività cinematografica.

Dissequestrate le assicurazioni delle auto da corsa

Il giudice è stato preso in contropiede, tanto da dissequestrare al momento le assicurazioni delle automobili. Per togliere il sequestro dei veicoli, invece, ha chiesto più tempo per analizzare i fatti. Alessandra Giudicessa avrebbe vinto la prima partita all’interno del Tribunale di piazzale Clodio, ma l’incontro più importante rimane quello sulla custodia delle supercar. Eppure, la stessa gemella vive di espedienti criminali, come dimostrano alcuni furti avvenuti negli anni scorsi e per cui è stata prontamente fermata: nel 2001, nel 2003 e nel 2013 e nel 2021. Si registrano due fermi tra il 2018 e il 2022, dove la donna sarebbe stata fermata sempre per tentativi di furto. Insomma, situazioni che non descriverebbero un’economia familiare consona a una persona con auto di lusso. 

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