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Didattica a distanza fino al 30 gennaio 2022? La proposta dei presidi a Draghi

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Scuola: studentessa offesa dalla professoressa per il suo abbigliamento

Dopo la pausa estiva gli studenti sono pronti a tornare in classe. E in presenza, niente didattica a distanza. Un nodo cruciale quello della scuola, soprattutto ora che i contagi in Italia stanno aumentando e la variante Omicron sta continuando a circolare senza sosta, facendo registrare giorno dopo giorno numeri ‘record’, dati che spaventano. Che preoccupano al punto che il Governo ha studiato nuove misure e regole per un rientro in sicurezza, che non viene però visto di buon occhio dalla maggior parte dei presidi degli istituti scolastici italiani.

La didattica a distanza nelle scuole e la proposta dei presidi

I presidi stanno facendo pressing per rinviare le lezioni in presenza almeno di due settimane (fino al 24 o 30 gennaio), con tanto di lettera-appello rivolta al Governo, affinché si scelga la strada della didattica a distanza. Ma il ministro Bianchi non ne vuole sapere e ieri all’AGI ha spiegato: “L’obiettivo di tutto il pacchetto approvato in Cdm e in particolare per la scuola è di tornare in presenza e sicurezza. E così, è assolutamente chiaro”. Decisione che la maggior parte dei dirigenti non approva perché la situazione sembra essere fuori controllo ed è probabile che con la riapertura delle scuole i casi continuino ad aumentare ancora di più. 

Ma dall’esecutivo non ci stanno. La scuola deve ripartire e bisogna ritornare in classe, in presenza. “Il governo – ha spiegato in un’intervista a Repubblica il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso – ha sempre detto che avrebbe garantito la didattica in aula, e io sono d’accordo. Le autorità sanitarie e scientifiche ci consegnano un quadro di vaccinati alti tra i docenti e gli studenti sopra i dodici anni e di  alunni con il Covid a meno dell’un per cento. Il problema è che il milione di docenti italiani non è tutto pronto per questa nuova didattica, non è stato formato per trasmettere il sapere in via digitale. La Didattica a distanza, poi, per i ragazzi disabili è solo un male. E segnalo che i reparti di neuropsichiatria infantile si stanno riempiendo. La tossicità digitale tra i ragazzi – conclude Sasso – è in crescita, non possiamo riaffidarci a questa Dad emergenziale”. 

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Le regole per tornare a scuola e la DAD

Stando al nuovo decreto, alle scuole elementari, con un solo contagio, la classe resterà in presenza con un testing di verifica, ma con due si va in didattica a distanza. Alle superiori e alle medie (si sta in aula con le Ffp2), con un positivo si rimane in classe (e con il tampone), con due casi, invece, i non vaccinati o chi non ha concluso il ciclo vaccinale o è guarito da meno di 4 mesi e non ha la terza dose va in Dad per 10 giorni. Chi ha il booster resta in presenza con auto sorveglianza e Ffp2. Con almeno quattro casi di positività, tutti gli studenti andranno in didattica a distanza per 10 giorni. Per l’università, invece, il Miur ha dato agli atenei la facoltà di svolgere esami e lauree a distanza per altri due mesi. 

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