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Dillo alla Crinzi; lui mi picchiava e le mie amiche dicevano che lo meritavo

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Ciao Alessandra, 

Mi chiamo Chiara e ho 25 anni. Ti seguo da tempo, ammiro il tuo modo diretto e sincero con il quale scrivi. 

C’è un momento difficile della mia vita che continua a tormentarmi e che, anche se è difficile ammetterlo, mi ha cambiato profondamente. La fase dell’adolescenza, dei primi amori, dell’ ingenuità, si crede che quel ragazzo sia l’uomo della tua vita… Poi ti trovi ad affrontare una cosa più grande di te, non riesci a capire perché il tuo “amore” ti stia picchiando, subisci in silenzio, i tuoi non devono sapere. Questa cosa è andata avanti per tre anni quando finalmente ho avuto il coraggio di dire basta. Ma non è finito il mio incubo perché sono iniziati messaggi continui, minacce, pedinamenti. E il tutto ad appena 18 anni. 

Mi ha fatto ancora più male l’atteggiamento di coloro che reputavo le mie migliore amiche, si sono completamente volatizzate, hanno persino detto che forse me lo meritavo, che forse vestivo troppo appariscente. Mi sono ritrovata completamente sola. 

Oggi ho una persona vicino stupenda, che ha saputo essere paziente e comprensivo. Nonostante ciò io non riesco più ad essere completamente me stessa. Sono diffidente con tutti, non riesco più a fidarmi di nessuno, ho una grandissima paura di essere ferita, sono sempre sul piede di guerra. 

A volte penso di essere esagerata, di dover avere la forza di andare avanti dimenticare tutto ma non ci riesco mai fin in fondo. 

Scusa il mio sfogo, sono certa che saprai infondermi un po di coraggio e saprai strapparmi un sorriso. 

Piccola Chiara, 

in questo preciso momento non vorrei scriverti come sto facendo, ma sarei ben più felice di stringerti, e vorrei farlo con uno di quegli abbracci che raramente si riescono a dare, di quelli che alleviano il dolore e hanno il potere di farci capire che tutto è passato e che no, non si è più soli. 

Nessuna donna dovrebbe mai subire quello che invece il destino ha deciso di farti vivere.

Queste sono esperienze che scioccano, segnano, che sbattono la vita al muro senza alcuna pietà, stordendola, cambiandola, spesso irreparabilmente. Mentre scrivo queste parole, però, realizzo un dato di fatto che asciuga le lacrime e provoca un sorriso; a qualche giorno dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, io sono qui davanti al computer e sto rispondendo a una tua lettera, e questo ha un solo significato: tu sei qui, puoi parlare di quello che hai vissuto, puoi far sì che la tua esperienza dia coraggio a tante donne che in questo momento si sentono senza via d’uscita, e soprattutto, hai ancora la possibilità di ribaltare la tua esistenza provando a sorridere al prossimo. La fiducia è una cosa seria, lo so bene. Non tutti la meritano, ma pochi altri la sanno conquistare con amore e rispetto, e credo che la persona che hai accanto faccia parte della seconda, splendida, categoria. 

Quello che stai vivendo oggi è normale, e credo che solo chi ha il tuo stesso trascorso possa capirti realmente. Più di tre anni di violenza fisica e psicologica sono un pozzo chilometrico di buio e dolore, e in più, hai dovuto anche sopportare le amiche venute dal medioevo che non hanno saputo darti aiuto quando ne avevi più bisogno. Anche in questo caso, permettimi, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno; ti sei tolta da mezzo – per non dire dalle palle, ops! – donnine con poco cervello e che non ti volevano realmente bene. Giustificare la violenza con eventuale appariscenza è una roba che nemmeno i marinai della Nina, La Pinta e la Santa Maria, e quando realizzo che al mondo esistono ancora mentalità del genere, come direbbe mia madre, mi s’arrizza tuttu u pilu – mi viene la pelle d’oca. 

Detto questo, ci vuole tempo prima che tutto torni alla completa normalità, prima che la paura passi completamente e che tu riprenda a fidarti senza riserve di chi ti sta accanto o di chi cerca di farlo. Ma credimi, ci sei  davvero a un passo, e penso che per te stessa, per tutto l’amore che meriti, tu debba prendere coraggio, iniziando a sciogliere quest’enorme catena che ti lega al passato. 

Chiara, senti a me, il pianeta che abitiamo è davvero difficile da vivere, ma non è composto solo da mostri o da amiche di merda, non ci sono solo uominicchi che scambiano l’amore con il possesso, che usano la forza per tenere a sé qualcuno, o donne che si fingono vicine per poi rivelarsi incredibilmente lontane. Sì, ovvio, ci sono anche loro e tu, io e tanti altri ne siamo consapevoli, ma esistono anche belle persone, quelle di cui ci possiamo fidare, con le quali possiamo permetterci di abbattere il muro, lasciandoci andare, persone che non ci giudicano, ma ci consigliano, che non ci picchiano, e che ci amano. I tuoi genitori per primi, il tuo attuale compagno per secondo, gli amici che ti dimostrano di essere tali, i terzi.

Tu lo sai quanto me; alcune esperienze toccano la vita lasciando segni evidenti, ma tieni a mente una cosa e stringila fortissima al tuo cuore; tutte le cicatrici, prima o poi, sono destinate a rimarginarsi, anche quelle più profonde, anche quelle che ci hanno procurato più dolore. Il male passa, la pelle torna nuova, la vita, per nostra fortuna, continua. 

Ti mando quell’abbraccio che vorrei tanto darti 

La Crinzi. 

dilloallacrinzi@ilcorrieredellacitta.it

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