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Ecco perché Zoomarine può riaprire: errore ‘tecnico’ da parte del Comune. E adesso partono i ricorsi degli altri 4 locali chiusi

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Riapertura Zommarine nonostante foto e video dimostrino che gli assembramenti c’erano. E nonostante la polizia locale sia andata nel parco, abbia constatato che le misure anti-covid non fossero rispettate, elevando così il verbale e chiedendo agli uffici comunali, in questo caso all’ufficio commercio, la chiusura per un periodo da 5 a 30 giorni (la prima chiusura è sempre di 5 giorni, ndr). Perché? Presto spiegato. Perché il funzionario che ha scritto il provvedimento di chiusura “si è confuso con i commi”. Già, proprio così. Quello che dovrebbe essere il suo lavoro, ovvero stare attento a compilare questo tipo di documento, è stato fatto nella maniera più errata possibile, confondendo le finalità di un comma con quello successivo, dando così un assist incredibile all’avvocato della controparte e non solo, come si legge nel dispositivo della sentenza emessa oggi dal giudice monocratico del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso presentato da Zoomarine dopo la chiusura.

“Considerato che l’impugnata misura della sospensione dell’attività per giorni 5 è stata adottata ai sensi di cui all’art. 2 comma 1 del D.L. 16 maggio 2020, n. 33, convertito con modificazioni dalla L. 14 luglio 2020, n. 74;
Considerato che la misura della sospensione dell’attività prevista dal citato art. 2 comma 1 ha , nel disegno normativo, finalità esclusivamente sanzionatorie…”, “Considerato che la misura della sospensione dell’attività prevista dal citato art. 2 comma 1 ha , nel disegno normativo, finalità esclusivamente sanzionatorie…”, “Considerato quindi che l’autorità procedente non ha ritenuto necessaria l’adozione di una misura interinale ed immediata finalizzata alla prevenzione ed alla salvaguardia della salute pubblica, limitandosi all’adozione della misura definitiva di cui al comma 1 del cit. art. 2;…”.

Ma adesso, una volta vista la sentenza, e verificato che tutte le ordinanze di chiusura sono state fatte “con lo stampino”, tutti gli altri gestori delle attività che hanno dovuto chiudere i battenti questa mattina hanno già allertato i loro legali e hanno – o stanno per farlo – depositato un nuovo ricorso, questa volta per “vizio di forma”. Uno smacco incredibile al Comune di Pomezia, che potrebbe anche trovarsi a dover pagare i danni per questa giornata di chiusura forzata alle 5 attività – Zoomarine compreso: chi pagherà?

Questa la dichiarazione dell’AD del parco:

Siamo profondamente soddisfatti della decisione del TAR. La tutela della salute dei visitatori e di tutti i lavoratori, nonché degli animali ospitati, è sempre stata la nostra priorità e continuerà ad essere l’unica mission di Zoomarine e di Dolphin Company. – Ha commentato il Dott. Renato Lenzi, Amministratore Delegato di Zoomarine Italia SpAI controlli effettuati delle autorità competenti all’interno del nostro Parco hanno riscontrato il rispetto delle disposizioni in materia anti covid e una scrupolosa attenzione al benessere di visitatori e lavoratori, che rendono Zoomarine un luogo sicuro. Siamo consapevoli della situazione delicata che stiamo vivendo, per questo vogliamo garantire che all’interno del nostro Parco saranno intensificati i controlli da parte dello staff, che vigilerà sul rispetto delle regole da parte degli ospiti. Per il bene e la sicurezza di tutti, chiediamo, quindi, la collaborazione anche dei visitatori e l’impegno ad adottare i comportamenti richiesti, come indossare la mascherina e mantenere il distanziamento sociale nelle file e negli spazi comuni, e di igienizzare di frequente le mani”.

 

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