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Ex primario uccide moglie e figli a colpi di pistola a L’Aquila, poi si toglie la vita

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Ex primario di Teramo uccide moglie e figli a colpi di pistola, poi si toglie la vita. Tra le vittime del medico, anche un figlio disabile. La famiglia viveva a L’Aquila, ma probabilmente un esaurimento nervoso dell’uomo ha portato a questa strage. L’uomo per uccidere la propria famiglia, e poi togliersi la vita, ha usato la sua pistola, regolarmente denunciata. Probabilmente dietro il gesto una situazione di depressione, considerato come l’uomo aveva 70 anni e da poco tempo era andato in pensione. 

Dopo la pensione, un ex primario uccide la famiglia a L’Aquila

Sull’omicidio-suicidio, indagano gli uomini della Polizia e il magistrato di turno. La casa del noto medico aquilano, si trovava in una villetta fuori dal centro cittadino. Secondo le prime informazioni trapelate da RaiNews, il carnefice sarebbe Carlo Vicentini, ex primario del reparto di Urologia presso l’ospedale di Teramo. All’arrivo delle Forze dell’Ordine, allarmati dai vicini di casa per il rumore degli spari, i quattro corpi delle vittime sono stati trovati distesi all’interno della villa. 

Sui corpi delle vittime, come verificato anche dagli uomini dei soccorsi e il medico legale, chiare tracce di ferite d’arma da fuoco. Ad aver portato il medico a compiere la strage, ogni pista al momento potrebbe essere plausibile. Oltre a una possibile depressione per il pensionamento, si vaglia anche l’ipotesi di un aggravamento di salute del figlio disabile. Proprio le condizioni del ragazzo, avrebbero portato il medico fuori di testa per l’ennesima delusione. Quindi dinamiche familiari e di lavoro, considerato come l’uomo fosse in pensione da appena un mese. 

Le piste prese in considerazione dalle indagini

Sull’arma del delitto, è quasi certo come a sparare sia stata la pistola detenuta regolarmente dal medico. Almeno questo direbbero i primi rilievi delle indagini, vedendo anche il foro procurato dall’arma da fuoco sul corpo delle vittime. Indagini che al momento vengono guidate dal magistrato Guido Cocco. L’uomo avrebbe ucciso suo figlio Massimo (43enne e con disabilità che lo costringeva a essere attaccato a un respiratore), la figlia Alessandra (36 anni) e sua moglie.

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