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Finanzieri morti in montagna: le vittime sono Alessandro Pozzi, Luca Piani e Simone Giacomelli

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Finanzieri morti in montagna

Sono state rivelate le identità dei tre finanzieri morti in un’esercitazioni in montagna: i militari si allenavano sul Val Masino, a Sondrio.

Val Masino
La tragedia dei finanzieri morti in montagna è avvenuta a Val Masino (credits @Wikipedia) – Ilcorrieredellacitta.com

Sono state rivelate le identità dei militari della Guardia di Finanza morti durante un’esercitazione in montagna. Il più grande si chiamava Luca Piani, di 32 anni: con lui Alessandro Pozzi (25 anni) e il giovanissimo Simone Giacomelli (22 anni). I tre finanzieri sono deceduti nella giornata di ieri, mentre effettuavano un percorso di allenamento sul Val Masino nella Provincia di Sondrio: un’area complessa, dove già diverse volte i soccorritori erano intervenuti dagli Anni Ottanta a oggi. 

La morte dei finanzieri in montagna

Al momento la Procura di Sondrio lavora per ipotesi, in una dinamica che peraltro vede delle vittime nel Corpo militare. Al momento dell’incidente, i ragazzi avevano superato la sosta 5 e si trovavano ad almeno 200 metri di altezza. Secondo una prima ricostruzione, è plausibile come il punto dove si erano assicurati sia collassato. Un evento legato alla fatalità e, se fosse, dove ben poco potevano fare i finanzieri. Con il collasso del punto di sicurezza, i tre militari sarebbero precipitati nel vuoto, trovando un triste destino. 

La seconda ipotesi attorno alla tragedia

C’è un’altra pista al vaglio degli inquirenti, come spiega Il Giorno. Uno dei tre finanzieri, dopo essere ripartito verso la cima del Val Masino, sarebbe caduto. Una situazione che avrebbe creato un effetto domino fatale a 200 metri di altezza: prima avrebbe portato in tensione la corda di sicurezza (con cui era legato agli altri compagni), poi questa avrebbe innescato lo strappo della parete rocciosa, facendo cadere inevitabilmente i finanzieri giù nella vallata. 

Un punto complesso da scalare

Per l’esercitazione, la Guardia di Finanza aveva individuato uno dei punti più complessi della Provincia di Sondrio. Almeno prendendo i dati dei soccorritori, che avevano eseguito numerose operazioni di salvataggio negli ultimi cinquant’anni: all’inizio degli Anni Ottanta, infatti, il percorso fu aperto al pubblico. Scalatori che, ormai saltuariamente, si trovano in difficoltà durante la scalata e sono costretti a chiedere aiuto ai soccorritori per tornare a terra. 

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