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Finti tassisti a Roma, fermato un taxi abusivo all’Aeroporto di Fiumicino

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Aeroporto di Fiumicino

Torniamo a parlare dello scandalo dei finti tassisti nella città di Roma, con autisti che senza nessun tipo di licenza trasportano ogni giorno centinaia di turisti in giro per la Capitale. Dopo il caso scoppiato alla stazione Termini grazie alle telecamere de Le Iene, oggi si torna a parlare di un taxi abusivo fermato presso l’Aeroporto di Fiumicino. Il fermo del mezzo, purtroppo, non è il primo caso che capita nei pressi della sede aeroportuale romana.

Il taxi abusivo all’Aeroporto di Fiumicino

I Carabinieri della Stazione Aeroporto Fiumicino hanno eseguito una serie di controlli mirati al contrasto dell’esercizio abusivo dell’attività di trasporto pubblico non di linea presso lo scalo aeroportuale intercontinentale “Leonardo Da Vinci”. Le verifiche hanno permesso di sanzionare, per un totale di 14.921 euro, sette cittadini italiani sorpresi nei pressi dei Terminal 1 e 3 mentre, in distinte circostanze, procacciavano clienti tra i passeggeri in transito: uno dei sanzionati era sprovvisto della documentazione per effettuare la corsa e tre totalmente abusivi.

Le notifiche ai tassisti abusivi

A questi ultimi è stato notificato l’ordine di allontanamento per 48 ore con una multa di ulteriori 100 euro a testa. Nel corso delle attività, i Carabinieri hanno identificato 136 persone tra passeggeri e lavoratori ed eseguito verifiche su 53 veicoli.

Gli autisti abusivi in giro per la Capitale

Come raccontò un recente servizio de Le Iene, il servizio illegale dei tassisti abusivi è una pratica ormai diffusissima sul territorio di Roma. Autisti non professionisti, infatti, a bordo di veicoli modesti e senza nessun regolare permesso per svolgere il mestiere, caricano turisti dalle principali aree di aggregazione della Capitale: non solo l’Aeroporto di Fiumicino o la stazione Termini, ma anche lo scalo di Ciampino. Un business che prometteva ai singoli “autisti abusivi” anche il guadagno di centinaia d’euro a corsa, grazie all’ingenuità dei turisti stranieri e la concorrenza sleale verso le realtà autorizzate a questo servizio. 

Foto: I.T.

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