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Fiumicino, cane morto affiora alla foce del Tevere

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FIUMICINO – Piccolo e gonfio, ormai irriconoscibile, il cagnolino che galleggiava sulle acque del Tevere la scorsa notte.
A ritrovarlo un giovane che a quell’ora tarda – era passata mezzanotte – non ha saputo chi avvisare o chiamare.
Tutto era destinato a passare sotto silenzio anche stavolta. Ma grazie ai social il fatto è stato denunciato questa mattina.
Di certo – è stato detto – i cani non si gettano in mare da soli. Le ipotesi sono due, in sostanza. L’animale era già morto e il suo proprietario ha ritenuto più facile liberarsene così. O – e questa è l’ipotesi più raccapricciante – del cagnolino ci si è voluti disfare quando era ancora vivo.
Purtroppo non è questo, pare, l’unico caso. Già nel lontano 2010 del fenomeno si occupò in un’inchiesta Il Corriere della Sera.
Allora fu un socio del circolo nautico Tecnomar di Fiumara a rilasciare una dichiarazione: “Povere bestie – commentò nell’articolo del 15 gennaio – Non potevi non farci caso, ti ci cadevano gli occhi. Cani lupo, rottweiler, pitbull: “Gonfie e rigide come marionette – si legge sull’edizione romana del quotidiano milanese – le carcasse correvano a intasare la foce assieme agli altri relitti”. Dopo la piena del fiume, ci si interroga sulla provenienza degli animali. Cani tenuti alla catena per fare da guardia alle numerose baracche che pullulano sugli argini? Cuccioli sfruttati per l’attività di accattonaggio o, ancora, allevati illegalmente per i combattimenti? O più semplicemente, scomodi “ospiti” delle nostre case, diventati ancor più ingombranti nel periodo estivo, quando si deve partire per le vacanze?
Dato l’elevato numero di carcasse non si esclude nessuna ipotesi sulla provenienza dei cani annegati. Solo la presenza di telecamere di sorveglianza disseminate nei punti a rischio – potrebbe – ancora una volta – inchiodare i responsabili di questi gravi episodi di inciviltà. Ed è quello che le associazioni zoofile e animaliste del territorio chiedono a gran voce alle autorità comunali.
“Bisogna precisare che alla foce – dichiara un investigatore del Nirda (Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali) – anche durante gli ultimi episodi di maltempo, arrivano carcasse di ogni genere: nutrie, capre, gatti, cani”.
Il che la dice lunga anche sulla salubrità delle nostre acque.

Rosanna Sabella

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