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Gianmarco Pozzi, kickboxer romano morto a Ponza: una carriola riapre il caso

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Gianmarco Pozzi

Si riapre il caso sulla morte di Gianmarco Pozzi, il giovane kickboxer morto durante una vacanza a Ponza. Nell’ultimo anno, non si era riuscito a risolvere l’enigma legato al decesso di questo ragazzo, ancora immerso nel mistero e soprattutto senza oggettivi responsabili. Un particolare della scena di questo decesso, una carriola, riapre il caso e potrebbe portare a nuove verità su questa storia. 

Si riapre il caso sulla morte di Gianmarco Pozzi

La famiglia è sempre stata chiara sulla fine di Gianmarco: “Qualcuno durante quella vacanza lo uccise“. Una sensazione sostenuta anche dalla pubblica opinione, ma mai provata a livello scientifico e soprattutto da prove inconfutabili della Procura. 

A riaprire il caso un particolare della scena del crimine: la carriola posizionata nei pressi di dove venne ritrovato il cadavere. L’oggetto potrebbe raccontare una storia nuova, a cominciare dall’ipotesi che sia stato un oggetto utilizzato per far morire Pozzi. Ecco perché gli inquirenti, anche se a distanza di tempo, hanno disposto l’analisi delle impronte digitali su quel mezzo agricolo.

La carriola potrebbe raccontare una nuova storia sulla morte

La Guardia di Finanza di Ponza ha deciso di mettere il sequestro sulla carriola trovata vicino al cadavere di Gianmarco Pozzi. Infatti, nel terreno dove venne ritrovato il cadavere del ragazzo, sorgeva questo mezzo agricolo. Certo, l’operazione potrebbe arrivare tardivamente e non dare elementi quantomeno chiari su quelle impronte che vengono ricercate: la morte di Gianmarco, infatti, avviene tre anni fa, in un tempo lunghissimo per riaprire un caso di plausibile omicidio. 

Come venne trovato il cadavere di Gianmarco

Non solo un plausibile volo da una balconata, o quantomeno uno strapiombo, nella zona di Ponza. A insospettire le Forze dell’Ordine in questo caso, fu anche lo stato in cui venne trovata la salma e con danni che non necessariamente sono legati a una caduta da grande altezza. Sul corpo del ragazzo vennero rinvenute ferite alla testa, oltre poi a ematomi sulla zona del viso, che farebbero ipotizzare un pestaggio o una rissa ai danni del combattente. 

L’ipotesi sull’utilizzo della carriola

Secondo delle testimonianze dirette sul caso di Gianmarco Pozzi, il giovane la mattina del 9 agosto 2020 venne trasportato morente, o già deceduto, su una carriola lungo via Staglio, nella zona residenziale di Santa Maria.  A portarlo, secondo il racconto di un residente, sarebbero state due persone, che avrebbero caricato quella carretta con un corpo all’interno e con le gambe penzolanti fuori. 

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