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I ragazzi del Piccolo America pronti a comprare il loro cinema a Trastevere, offerti 2,5 milioni d’euro alla Progetto Uno

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Cinema Piccolo America

I ragazzi del Piccolo America sono pronti a tutto pur di difendere il loro cinema. Dopo una forte raccolta fondi, avrebbero offerto alla Progetto Uno Srl, la proprietaria della struttura, una cifra intorno ai 2,5 milioni di euro per tenere in piedi il salone cinematografico. Come in molte altre situazioni presenti su Roma, le associazioni culturali stanno provando qualsiasi strada pur di difendere i poli culturali all’interno dei quartieri. 

Parte la difesa del Piccolo America

“Il cinema deve rimanere aperto”. I volontari proveranno qualsiasi strada per mantenere aperto questo spazio di cultura, specie se dietro la sua chiusura si alimenterebbe l’ennesima speculazione edilizia nella Capitale. Infatti, la Progetto Uno SRL vorrebbe creare lì parcheggi e appartamenti, in un punto che sorgerebbe nel cuore di Trastevere. Un affronto per i tanti ragazzi che provano a fare cultura lì, con una mobilitazione di massa che difficilmente lascerà prendere piede al progetto edilizio della società immobiliare. 

Una rete di imprenditori audiovisivi per difendere il cinema

Non è stato semplice reperire la cifra “monster” di 2,5 milioni d’euro, con la Fondazione Piccolo America che negli ultimi mesi ha guidato un’azione capillare. Non solo invorticando volontari e cittadini patiti dal genere cinematografico, ma anche portando al suo interno degli aiuti finanziari provenienti da grandi nomi dell’industria dell’audiovisivo. Una grande rete cinematografica che, almeno si spera, porterà a salvare lo spazio del cinema trasteverino, con l’ennesima azione collettiva per la difesa di un punto culturale importante della città.

L’ennesima difesa delle aree di cultura a Roma

Trastevere come Ostiense, San Giovanni e San Lorenzo. Sono molteplici le associazioni, molte legate alla sinistra romana, che da anni ormai stanno difendendo i locali della cultura. Si tratta spesso di centri sociali, occupati e rilanciati dopo un periodo di abbandono e degrado. Realtà che, al di là della bandiera politica, sono diventate punti di riferimento nei quartieri dove si trovano, creando aggregazione e partecipazione all’interno delle loro zone. 

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