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Il caso Shpalmen finisce in Tribunale: il processo si apre a Marzo 2024

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Cacca di Shpalmen lanciata su vestiti e automobili a Roma

Shpalmen torna ufficialmente in Tribunale. Dopo 12 anni di azione incontrastata nel versante Nord-Est di Roma, l’incubo della movida romana è pronto a varca nuovamente la soglia di piazzale Clodio. A portarlo davanti un giudice, per l’ennesima volta, le tantissime ragazze romane vittime delle sue depravazioni: signorine che si sono ritrovate addosso la “cacca” di questa persona, che per depravazioni mentali è diventato un problema di sicurezza nei quadranti di Ostiense, Re di Roma, la Tuscolana e Monte Sacro. 

Shpalmen atteso al Tribunale di Roma

L’uomo già conosciuto dalle forze dell’ordine della Capitale, dovrà rispondere in Tribunale delle proprie depravazioni. La convocazione del giudice, dalle fonti in nostro possesso, sarebbe stata programmata per il mese di Marzo 2024. A denunciarlo, in questa circostanza, un ragazza che era rimasta vittima di un lancio di feci, con il soggetto che gli aveva sporcato i vestiti e gli interni dell’automobili.

Su Shpalmen anche un caso di violenza sessuale

In una recente inchiesta de Il Corriere della Città, ci eravamo interessati con un’inchiesta alle depravazioni di questo soggetto negli ultimi 12 anni, disegnando peraltro il raggio d’azione di questo maniaco all’interno della movida romana. Le sue vittime, puntualmente, si rivelano essere giovani ragazze, tutte di bella presenza. Ma c’è altro, in un quadro che rende questa vicenda tanto stomachevole quanto inquietante. L’uomo, infatti, nel suo passato vedrebbe l’accusa di una violenza sessuale, perpetuata proprio a una ragazza che usciva da un locale notturno di Roma. 

Non solo il lancio di feci per Shpalmen

L’episodio, se vedesse la condanna del giudice, ricostruirebbe un’immagine più orrida di Shpalmen. Non solo una depravazione dietro il suo lancio di feci, ma un preciso gioco sessuale dai connotati feticisti verso le sue vittime con le proprie azioni. Tutto ciò, peraltro, in un problema non solo di sicurezza pubblica, ma anche sul piano igienico sanitario, considerato il rischio di trasmettere gravissime malattie con questa modalità d’azione. 

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