Home » Ultime Notizie » Incidente Zanardi: dinamica e aggiornamenti

Incidente Zanardi: dinamica e aggiornamenti

Pubblicato il

Ieri, 19 giugno 2020, nel Senese, Alex Zanardi è stato coinvolto in un incidente che, sebbene non sia ancora del tutto chiaro, sembra essere stato scatenato dall’impatto con un camion che si dirigeva nel senso opposto sulla strada che conduce a San Quirico d’Orcia. L’atleta è stato trasportato immediatamente al policlinico universitario Le Scotte di Siena, dove il neurochirurgo Giuseppe Oliveri  lo ha assistito e lo ha sottoposto a una delicata operazione neurochirurgica e maxillo-facciale. In seguito è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva. 

I primi aggiornamenti sulle sue condizioni di salute sono state rese pubbliche alle 10. I medici parlano di una situazione molto grave, difatti Zanardi è in coma farmacologico e ha subito una frattura affondata delle ossa frontali del cranio. “Il miglioramento, se ci sarà, sarà lentissimo nel tempo” afferma Oliveri. “Dovrà rimanere in rianimazione sedato, ventilato”.

La moglie, gettatasi su di lui subito dopo l’incidente, dichiara: “non lo lascio solo”. Paolo Bianchini, al quale Zanardi aveva confessato poco prima di essere “l’uomo più felice del mondo” per poter pedalare in quel “paradiso” e per aver potuto rivedere il suo amico e compagno di gara (Bianchini stesso), ha assistito all’incidente. “È stato terribile, non ho mai visto una scena così drammatica in tutta la mia vita” dice in seguito davanti alle telecamere. “Ridevamo insieme, poi ho sentito un boato metallico”.

È stata aperta un’inchiesta dal Comune di Siena sull’incidente, secondo fonti non ufficiali i carabinieri potrebbero possedere un video nel quale la scena è ripresa per intero. In base alle prime ricostruzioni, la handbike di Alex Zanardi sarebbe scivolata nella corsia opposta rispetto alla traiettoria e lì si sarebbe scontrata con il camion.

I giornali dichiarano che la strada “non poteva essere chiusa” trattandosi non di una gara ufficiale ma a scopo benefico. Eppure ci si potrebbe chiedere: non era forse giusto chiuderla lo stesso? Prevenire una tragedia? Tutelare la sicurezza degli atleti?

L’Italia intera si inchina all’atleta per il suo coraggio ammirevole e per la sua ostinazione nel rendere la sua vita straordinaria, piange e spera che, come il lavoro dei medici e la sua gioia di vivere lo hanno aiutato a riprendersi dal drammatico incidente del 2001, così possa essere per questo terribile momento.

Marta Venanzi

Impostazioni privacy