L’avvocata figura nell’indagine della direzione distrettuale antimafia di Roma per aver partecipato agli “scambi” di comunicazioni tra le famiglie più potenti della malavita di Ostia, gli Spada ed Esposito. Per lei sono stati chiesti 8 anni
Ha fatto da intermittente tra gli esponenti più importanti della malavita di Ostia, incaricata di consegnare dei messaggi vitali per un patto di non belligeranza tra Carmine Spada e Marco Esposito, che voleva sgominare gli “zingari” per dominare sul litorale romano. L’avvocato L.G. ha rappresentato un anello di congiunzione nelle comunicazioni tra gli Spada e la galassia di criminali che ruotavano intorno al clan. Per questo motivo la procura generale di Roma ha chiesto nei suoi confronti di una condanna a 8 anni di carcere.
Sulla donna pende l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’inchiesta sulla “pax” mafiosa a Ostia. La condanna si aggiunge ora a quella che, già i 4 giugno 2021, fu attribuita alla legale, che dopo il processo ottenne 6 anni e 8 mesi con rito abbreviato.
L’ambasciatrice della “pax mafiosa” a Ostia: 8 anni per l’avvocata Lucia Gargano
È il 13 dicembre 2017 quando, in un locale di Grottaferrata, figura per la prima volta dalle carte della direzione distrettuale antimafia il termine “pax mafiosa”. Un accordo di non belligeranza in cui oltre a L.G. figurò anche un altro legale agli atti dell’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori Giovanni Musarò e Mario Palazzi. In tale occasione, a quell’appuntamento parteciparono Salvatore Casamonica, Fabrizio Piscitelli (meglio noto come “Diabolik”, il capo ultrà che sarà ucciso due anni dopo, il 7 agosto 2019, al parco degli Acquedotti) e la stessa avvocatessa.
Fu lei a rendersi intermediaria legale e a suggellare l’accordo tra gli Spada, clan che domina sulla malavita ostiense, e i rivali, capeggiati da Marco Esposito. La Gargano collaborò quindi tra le due bande, recapitando a Carmine Spada il messaggio di Fabrizio Piscitelli, inerente proprio alla volontà di trovare un accordo tra i due gruppi criminali per sedare le tensioni. Lucia Gargano partecipò inoltre a un’altra vicenda, che la vede coinvolta nella consegna di un biglietto di Ottavio Spada ad Arben Zogu, detenuto in regime di alta sicurezza presso il carcere di Rebibbia.
L’avvocatessa, dal canto suo, ha sostenuto però che non avrebbe in alcun modo recapitato un messaggio a Ottavio Spada, contrariamente alle ricostruzioni della direzione distrettuale antimafia. Bisognerà aspettare marzo 2023, quando si terrà la prossima udienza, per apprendere la sua versione dei fatti.