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Latina, i NAS chiudono una cantina vinicola: utilizzava acqua non potabile

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sequestro di una cantina vinicola a Latina

Dopo un’attenta indagine e uno scrupoloso sopralluogo, i Carabinieri del Gruppo NAS ha deciso di chiudere una cantina vinicola nel territorio di Latina. Secondo le indagini condotte dai Militari, l’attività si sarebbe servita di acqua non potabile per creare il vino, che poi vendeva ai vari clienti che venivano a comprarlo. Si attendono ulteriori indagini per capire nuovi particolari sulla particolare vicenda. 

Chiusa una cantina vinicola a Latina, utilizzava acqua non potabile

I Carabinieri del N.A.S. di Latina, nell’ambito dei controlli eseguiti nel settore dei “prodotti vinosi “, finalizzati alla prevenzione delle sofisticazioni e alla tutela della qualità delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche di prodotti agroalimentari (vini DOP e IGP), hanno eseguito attività ispettiva presso una cantina del sud pontino.

L’esito del sopralluogo all’interno della cantina vinicola di Latina

Nel corso dell’ispezione si è accertato che la citata cantina utilizzava per il lavaggio delle strutture, delle attrezzature e dei recipienti acqua, proveniente da un pozzo privato, priva della prescritta certificazione relativa di potabilità. Inoltre i militari hanno accertato le carenti condizioni igienico-strutturali dei locali e contestato una violazione amministrativa per un importo pari a mille euro.

Cantina vinicola
Cantina vinicola

L’autorità Sanitaria locale, su richiesta del Nucleo pontino, ha disposto la chiusura della struttura fino al ripristino delle irregolarità riscontrate. L’indagine portata avanti da Carabinieri, dovrà stabilire se realmente era nociva alla salute l’acqua utilizzata per creare il vino. Le prossime mosse all’interno dell’indagine, potrebbero andare alla ricerca di eventuali casi d’intossicazione.

È chiaro come tale tipologia di ricerca, potrebbe venire fuori solamente a partire dai prossimi mesi. Sulla vicenda, la Procura vuole vederci chiaro, soprattutto per l’oggettiva pericolosità di un simile atteggiamento da parte dell’azienda vinicola. Infatti, c’è il rischio concreto che “bottiglie contaminate” – almeno negli ultimi mesi – possano essere stati venduti alla clientela, con un elevato rischio per le persone che hanno bevuto da lì. 

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