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L’Inail comunica a un operaio il rientro a lavoro, ma è morto: la gaffe con la famiglia

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L’uomo era rimasto vittima di un incidente sul lavoro, che gli ha provocato delle gravi complicazioni di salute fino al decesso.

Morti sul lavoro
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L’ispettorato sul lavoro richiama un operaio dalla malattia, peccato che l’uomo sia deceduto pochi mesi prima. La burocrazia nel viterbese raggiunge livelli da commedia degli equivoci, peccato che per i famigliari del 59enne, sposato con due figli e vittima di morte bianca, non ci sia nulla da ridere verso la gaffe commessa dall’Inail.

L’ente ha inviato una comunicazione presso la residenza di un operaio, incidentato sul lavoro, avvertendo del prossimo “reinserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro”. Peccato che il 59enne, che nel 2023 subì un grave infortunio mentre lavorava come addetto alla raccolta di rifiuti nell’alta Tuscia viterbese, fosse deceduto già da due mesi.

L’Inail gli comunica di rientrare a lavoro, ma l’operaio è morto

Non è uno scherzo di cattivo gusto quello che l’Inail ha compiuto nei confronti della famiglia di un operaio ad Acquapendente. L’uomo nel 2023 aveva subito un grave trauma cranico e toracico, con perforazione dei polmoni, mentre lavorava come addetto alla raccolta dei rifiuti. La caduta di una lastra di cemento lo aveva infatti paralizzato, allettandolo, mentre lo schiacciamento lo aveva condotto a delle gravi complicazioni respiratorie, con successive infezioni e difficoltà respiratorie. Un calvario che lo aveva poi portato alla morte lo scorso 8 marzo, tanto che la famiglia aveva anche esposto denuncia.

Così le pratiche avviate nel frattempo, da infortunio per lesioni personali gravissime, erano state convertite per cause di forza maggiore a “infortunio mortale”. Un particolare che dev’essere però sfuggito all’Inail, che a distanza di due mesi dalla morte dell’uomo, con tanto di funerale già svolto l’8 marzo, ha pensato di notificare all’ex dipendente nella giornata di ieri, 10 maggio, il reintegro al lavoro come persona disabile.

Uno schiaffo morale per i famigliari dell’uomo, venuto a mancare dopo un incidente sul lavoro, testimoni ad aggiungersi anche di una manchevolezza da parte dell’ente per la loro perdita. Secondo il legale che li assiste, Angelo Di Silvio, sarebbero amareggiati dalla scarsa sensibilità e superficialità nella trattazione di certi argomenti. Un episodio in cui a dettare le priorità non è il dolore di una famiglia, ma le logiche della produttività, per cui i lavoratori diventano solo pratiche burocratiche, o un numero in più che si aggiunge alla conta delle morti bianche.

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