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Malessere interiore: perché e quando arriva

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Benessere e malessere

Stare bene e stare male sono le due facce del nostro equilibrio personale, condizioni strettamente legate ai bisogni che raggiungiamo o non raggiungiamo.

Spesso non ci rendiamo conto di quanto stiamo male, il disagio psicologico non è correlato a sintomi specifici come succede quando ci viene la febbre ma può presentarsi in risposta a situazioni anche «banali» come una lite che sfocia in crisi di rabbia, la fine di una storia che diventa solitudine profonda, un lutto che si ferma in una patologica mancanza di volontà.

Il disturbo psicologico arriva inaspettatamente con la sua forza di rottura, separando il tempo in un «prima» e in un «adesso» e non capire il perché ci disorienta, ci fa credere di essere ammalati nel corpo aumentando l’ansia ipocondriaca.

Il sintomo

Il sintomo ci coglie di sorpresa ma in realtà non arriva mai da solo. A preannunciarlo una serie di piccoli segnali importanti che nella maggioranza dei casi non riusciamo o non vogliamo vedere; inoltre non è specifico e non è legato alla causa. Ad esempio un raffreddore non è necessariamente derivato dall’influenza ma potrebbe trattarsi di allergia o malfunzionamento dei turbinati nasali.

Dobbiamo imparare che il sintomo psicologico viene diagnosticato e curato nella stessa maniera del sintomo medico attraverso la diagnosi che non è mai identica per tutti in quanto ogni storia è unica e le ragioni per cui il sintomo si è formato sono diverse, così come la cura non va applicata con lo stampino: ognuno di noi ha una struttura di personalità specifica e ciò vale anche per le reazioni agli eventi.

Perché ci ammaliamo

Il malessere è una voce che ci sta dicendo qualcosa, che vuole fermarci per recuperare i vuoti che abbiamo alle spalle; abbiamo detto che il sintomo psicologico va considerato come il sintomo medico, stessa cosa per la comprensione e la cura.

Le ragioni per cui ad un certo punto avvertiamo quel malessere che ci chiude la serenità sono molteplici, ma alla base hanno un comune denominatore: le esperienze funzionali. Queste non sono altro che i bisogni «fisiologici» della mente.

Il perché ci ammaliamo è semplice: se non mangiamo o dormiamo l’organismo si debilita, così come se non attraversiamo esperienze giuste la nostra mente si debilita.

Alcune delle esperienze di base necessarie per il nostro benessere sono:

– Amore:

Riceve e dare amore

– Essere contenuto e accolto:

Sentirsi capiti, sostenuti e protetti

– Contatto, calore

Abbracci, carezze e tepore

– Percepirsi, sentirsi esprimersi

Consapevolezza delle proprie emozioni e capacità di esprimerle

– Curiosità e conoscenza

Esplorare, conoscere, incuriosirsi

– Progettare

Pensare al futuro con vitalità, guizzo di ingegno

– Movimento

Movimento mentale e fisico

– Espansione

Allargare i propri spazi, smuovere i limiti

– Sessualità

Pienezza delle sensazioni, calma e piacevolezza nei rapporti

Tutte queste esperienze sono il cibo, il sonno, il nutrimento ed il riposo fondamentali per la nostra mente.

Quando ci ammaliamo

Non esiste un tempo specifico ma dei momenti di vulnerabilità dove l’accumulo fa scoppiare, la classica goccia che fa traboccare il vaso: situazioni di stress, sofferenza sentimentale, lutto, depressione, scelte difficili, blocchi lavorativi, mancanza di affetto, solitudine, sensazioni confuse, tensioni, rabbia, senso di disperazione.

Si chiede aiuto quando si crea l’appuntamento quotidiano con il malessere.

Ammettere di stare male non è semplice, in molti l’associano all’essere fragili o incapaci di fare cose che invece gli altri fanno quotidianamente: e aspettiamo che il disturbo passi così com’è arrivato. Chiedere aiuto è una delle circostanze più difficili da realizzare, ci si arriva dopo anni di angoscia quando avvertiamo il disturbo fisicamente e ci sentiamo «ammalati».

Non esiste un momento giusto per iniziare un percorso, e ancora una volta non è uguale per tutti.

«Perché ad ammalarsi non è solo la nostra anima, ma anche le nostre idee, che quando sono sbagliate intralciano e complicano la nostra vita rendendola difficile».

(Paul Watzlawick)

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it

Vi aspetto.

Dott.ssa Sabrina Rodogno

 

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