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MJ5, l’orso che ha aggredito un turista in Trentino sarà abbattuto: la rabbia degli animalisti

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MJ5, l’orso che ha aggredito un turista in Trentino sarà abbattuto: la rabbia degli animalisti. La Regione del Trentino-Alto Adige avrebbe stillato la condanna a morte dell’animale, nonostante si tratti di uno degli orsi più anziani della propria vallata e soprattutto in 18 anni di vita, lo stesso non abbia recato nessun problema agli uomini. Una situazione che, come riportato da Il Corriere della Sera, ha levato il muro di scudi delle associazioni ambientaliste, che vogliono salvare la vita dell’orso e soprattutto trovare altre soluzioni per tutelare la cittadinanza da future aggressioni. Questo anche forti di un fatto: “L’orso impaurito ha fatto l’orso”.

La taglia per la cattura e l’abbattimento di MJ5

Potrebbe costare cara l’aggressione a un escursionista nelle valli del Trentino, all’orso MJ5. Probabilmente spaventato da un vicolo e la presenza del cane dell’escursionista, l’orso avrebbe morso alla testa l’uomo e poi si sarebbe dato alla fuga. Su questa tesi, peraltro verosimile, gli animalisti vorrebbero fare perno per smontare la “caccia all’orso” messa in piedi dalla Region Autonoma del Trentino-Alto Adige. 

La possibilità della morte dell’orso, è riassunta così dal WWF: “L’abbattimento dell’animale è l’ultima soluzione, quando la pericolosità dell’animale è conclamata e non esistono altre soluzioni valide. Certo, servirebbe capire perchè l’orso si sia spaventato. Capire se il cane dell’escursionista fosse legato, oppure da slegato avesse provocato l’azione dell’orso, che ha attaccato per paura e quindi per istinto di sopravvivenza”. 

Legambiente molto critica, sulle pagine del Corriere della Sera, sull’azione politica sul caso MJ5: “Non spetta alla Provincia decidere che tipo di intervento mettere in campo, tanto meno quello di condannare a morte un orso. Una sconfitta per tutti. Per difendere le biodiversità, serve il supporto della scienza e un nuovo patto di collaborazione tra parchi e comunità locali”. Insomma, ambientalisti sul piede di guerra nella speranza di salvare l’orso. 

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