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Morte Andrea Purgatori, gli esiti dell’autopsia: “No metastasi al cervello”

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Purgatori

Al momento del decesso non erano presenti metastasi al cervello. E’ quanto emerge “concordemente” dagli esami istologici completati ieri, mercoledì 27 settembre 2023, nell’ambito dell’indagine della Procura di Roma sulla morte del giornalista Andrea Purgatori. E’ quanto ha riportato l’agenzia di stampa Ansa.

Morte Andrea Purgatori, i medici: “Metastasi in tutto il corpo”

Nessuna metastasi al cervello di Andrea Purgatori

Ieri c’è stato un incontro tra i consulenti dei pm e quelli delle parti per fare il punto sulla attività effettuata in queste settimane all’istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata. Nel procedimento, avviato dopo una denuncia dei familiari, sono indagati due medici per omicidio colposo.

“In relazione ai risultati preliminari della consulenza tecnica, circolati oggi (ieri, ndr), la famiglia Purgatori prende atto dell’assenza di metastasi cerebrali a carico di Andrea Purgatori e, come fin dall’inizio di questa vicenda, continua ad confidare nell’operato della Magistratura, con l’unico intento di far accertare la verità degli eventi e le eventuali responsabilità”. Lo hanno affermato in una nota gli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri, legali dei familiari del giornalista morto a Roma nel luglio scorso.

Il lungo calvario del giornalista

Il calvario di Andrea Purgatori inizia il 24 aprile, quando si reca in una clinica privata per effettuare dei controlli, alla luce di uno stato di spossatezza. “Gli esami hanno dato valori sballati” il responso, tanto che si decide di procedere con una biopsia. Una attività che viene svolta in una strutta specializzata e l’esito è drammatico: una forma tumorale diffusa in varie zone del corpo, ai polmoni e al cervello. A comunicarlo uno dei due medici finiti poi nel registro degli indagati.

Puragtori viene quindi sottoposto ad una massiccia radioterapia, che il giornalista effettua in una terza clinica. Le condizioni restano stabili fino a metà maggio, tanto che il giornalista continua a lavorare alla messa in onda di Atlantide. Poi però arriva il peggioramento. A giugno si sottopone ad una tac nella prima clinica in cui si era recato ad aprile. Qui arriva un colpo di scena: nessuna traccia di metastasi al cervello, solo tracce di ischemie cerebrali. Una situazione confermata anche da un ulteriore esame svolto in altra struttura. L’ex giornalista del Corriere della Sera continua però a peggiorare. Viene ricoverato in uno dei policlinici della Capitale: ai familiari viene confermata la prima, drammatica, diagnosi. Dopo pochi giorni la morte.

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