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Morto Luis Sepúlveda: lo scrittore cileno aveva il Coronavirus

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Morto Luis Sepúlveda: anche lo scrittore cileno aveva contratto il Coronavirus.  

L’indimenticabile autore de “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” e di altre decine tra romanzi, libri di viaggio, saggi, sceneggiature, è morto in ospedale a Oviedo. Era nato a Ovalle, in Cile, nel 1949. Aveva lasciato il suo Paese dopo l’incarcerazione subita da parte del regime di Augusto Pinochet.  

Il suo romanzo di esordio è Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, dedicato a Chico Mendes, in cui racconta dei sette mesi trascorsi nella foresta amazzonica con gli indios Shuar, a seguito dell’espulsione, nel 1977, dal Cile dopo due anni e mezzo di carcere. Sepúlveda si era unito a una missione dell’Unesco per studiare l’impatto della civiltà sulle popolazioni native.

Scrittore, giornalista, sceneggiatore, regista e attivista cileno, lascia il Cile al termine di un’intensa stagione di attivita’ politica, conclusasi con l’incarcerazione da parte del regime del generale Augusto Pinochet.
Autore di libri di poesia, «radioromanzi» e racconti ha conquistato la scena letteraria con il suo primo romanzo, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, apparso per la prima volta in Spagna nel 1989 e in Italia nel 1993.

Scrisse romanzi come ‘Il mondo alla fine del mondò, ‘La frontiera scomparsa’, ‘Diario di un killer sentimentale’, ‘Patagonia Express’, ‘Le rose di Atacamà’.

“Sono uno scrittore – diceva Sepúlveda – perché non so fare altro che raccontare storie. Ma sono anche un essere sociale, un individuo che rispetta sé stesso e intende occupare un piccolo posto nel labirinto della storia. Da questo punto di vista, sono il cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno vengono ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre quella dei vincitori”.

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