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Natale da incubo: mangia un’anguilla e ingoia anche l’amo da pesca

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Natale da incubo a Bagnoregio anguilla

Natale da incubo a Bagnoregio: mangia un’anguilla e ingoia anche l’amo da pesca. Incredibile vicenda che arriva dalla nota località turistica laziale. Ecco cosa è successo.

Un Natale non proprio tranquillo quello trascorso da una famiglia di Bagnoregio. Anzi, un Natale con un finale disastroso: la corsa in ospedale dopo il cenone della Vigilia e l’operazione d’urgenza per un incidente che ha generato apprensione e paura fra tutti gli astanti che hanno assistito alla scena.

Natale da incubo a Bagnoregio anguilla
Un piatto a base di anguilla alla brace – (ilcorrieredellacitta.com)

Durante il cenone del 24 dicembre qualcosa è infatti andato storto. Una famiglia era intenta a consumare la tradizionale cena della Vigilia, con tutti i parenti e la serenità che normalmente dovrebbe contraddistinguere le ore che precedono il Natale. Ma, ad un certo punto, è scattato l’allarme.

Vigilia di Natale da incubo a Bagnoregio

E così il momento di festa per la famiglia che si trovava nel paesino dell’altra Tuscia si è trasformata in dramma a causa di un amo da pesca che era rimasto all’interno di un’anguilla servita a tavola in una delle portate della cena. Il fatto è riportato anche da Repubblica, con un pezzo di qualche ora fa.

Un amo dentro l’anguilla

Sì avete capito bene. Un amo da pesca, forse rimasto incagliato nella bocca dell’animale nonostante tutte le precauzioni del caso. L’uncino si trovava ancora all’interno dell’anguilla, e ci è rimasto per tutto il tempo, fino a quando non è arrivato il momento di servirla a tavola. Il tutto, nonostante i passaggi di preparazione e cottura.

Natale da incubo a Bagnoregio anguilla
Un cenone di Natale – (ilcorrieredellacitta.com)

Nessuno in casa si era accorto dell’amo, finché un boccone non ha causato un principio di soffocamento per il povero commensale che malauguratamente ha iniziato ad avvertire qualcosa nel suo cavo orale.

L’operazione d’urgenza in ospedale

Per fortuna, come riportano le testimonianze, l’uncino si era fermato all’altezza della trachea, senza proseguire oltre, verso lo stomaco, dove nel caso avrebbe causato dei danni ancora più seri di quelli riportati di fatto. C’è stato bisogno, ad ogni modo, di un trasporto e di un’operazione d’urgenza per evitare il peggio. Un Natale, insomma, certamente da dimenticare, oppure da ricordare bene: soprattutto la prossima volta che si deciderà di servire un piatto del genere durante le portate della Vigilia.

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