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“Non mi vuole nessuno”, bambino disabile escluso dagli scout a Roma

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Gli scout dovrebbero essere sinonimo di inclusività e soprattutto scoperta della diversità, ma nell’episodio accaduto a Roma, viene purtroppo fuori un’altra faccia della medaglia. Nonostante la vicenda sia legata a qualche “mela marcia” legata al movimento della gioventù, a pagarne le conseguenze un ragazzo disabile. Proprio per la sua disabilità, il giovane sarebbe stato escluso da un gruppo dei boy scout con sede nella zona di Prati. 

L’esclusione dagli scout per un ragazzo disabile di Roma

Il giovane era in procinto di iscriversi ai boy scout per il secondo anno consecutivo, dopo che la scorsa stagione era filato tutto liscio nonostante la sua disabilità cognitiva e motoria. Nessuno, all’epoca, aveva opposto resistenze alla sua iscrizione nel gruppo giovanile nonostante le sue condizioni fisiche. Opinioni che, però, sono cambiate a un anno di distanza: i responsabili del gruppo, infatti, hanno rifiutato l’iscrizione del ragazzo perchè definito di “difficile gestione”. Una condizione che, nonostante il suo deficit cognitivo, il giovane ha compreso benissimo, commentando il fatto con le semplici parole “qui non mi vuole nessuno”. 

Il risentimento dei genitori del ragazzo

Grande risentimento per questa situazione, è apparso – anche in maniera giustificata – nei genitori del ragazzo. Famiglia che, attraverso la mamma, ha deciso di denunciare tutto al Gazzettino. Proprio la donna, in una sua lettera, ha scritto: “Un fatto che non si dovrebbe più ripetere a nessun bambino, specie con disabilità. Nessuno ha la minima idea di ciò che possono aver scatenato in noi genitori quando, con le lacrime agli occhi, ci ha sussurrato all’orecchio: ‘A me non mi vuole nessuno'”. 

L’esclusione del bambino dal gruppo dei lupetti

La madre, in un racconto toccante, parla della comunicazione che gli arrivò riguardo l’esclusione del figlio nel gruppo scout: “Mi hanno detto che il bambino non avrebbe fatto più parte dei lupetti in quanto non erano in grado di contenerlo, né si sentivano di seguirlo ancora. È stato un colpo basso. Abbiamo letto nello sguardo di nostro figlio la delusione e il grande dispiacere”. 

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