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Nuovo attacco hacker ai siti istituzionali italiani, colpito quello del Ministero del Made in Italy

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Adolfo Urso

Continuano gli attacchi hacker verso i siti Internet istituzionali di riferimento al Governo italiano. Oggi è stata la giornata del Ministero del Made in Italy, guidato dal ministro Adolfo Urso. Lo stesso Ministero, in una nota stampa, ha comunicato come il suo interfaccia digitale fosse sotto l’attacco di pirati del web, che avrebbero compromesso l’utilizzo del dominio web ma non avrebbero rubato nessun dato.

Il nuovo attacco hacker ai siti istituzionali italiani

L’attacco sarebbe partito questa mattina verso il sito ministeriale, a 24 ore di distanza da un attacco informatico: quello avvenuto all’indirizzo per le Carte d’Identità elettroniche (CIE), rivendicato dal gruppo filorusso di “NoName”. Le dichiarazioni del ministro Urso, riguardo l’attacco, vanno in netta contrapposizione a quella del ministro Matteo Piantedosi, con il Ministro dell’Interno che riassumeva i problemi al CIE come un “guasto tecnico facilmente risolvibile con qualche ora”.

L’Italia sotto l’attacco dei pirati informatici

Dopo un primo pesante attacco la sito del Viminale in concomitanza all’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Roma, anche il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha dovuto ammettere l’attacco subito. All’interno della nota stampa inoltrata ai giornalisti, l’organo ministeriale ammette che “a seguito di un intenso attacco cibernetico, che sta interessando anche altri domini nazionali, non è possibile accedere al portale istituzionale e gli applicativi a esso collegati”.

Campanello d’allarme sul piano della cybersicurezza?

Si può tranquillamente parlare di un allarme cybersicurezza, anche se l’attacco di oggi ancora non è stato rivendicato pubblicamente da nessuno. Resta però un fatto: i siti istituzionali sono sotto il fuoco degli hacker da febbraio 2023, momento in cui l’Italia ha deciso di aumentare il proprio supporto verso l’Ucraina in guerra. Una situazione che, sul piano geopolitico, avrebbe ulteriormente irritato la Russia e in questo caso gli hacker con posizioni filorusse, che ormai da mesi ci bersagliano con costanti attacchi informatici. 

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