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Omicidio Thomas Bricca: il Riesame non scarcera padre e figlio indagati per il delitto

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Continuano le indagini per l’omicidio di Thomas Bricca. I presunti responsabili dell’assassinio del ragazzo rimangano due cittadini italiani, padre e figlio, che quella notte avrebbe sparato alla testa della vittima. Una sparatoria che, però, avrebbe visto coinvolta la persona sbagliata, considerato come Bricca non era il destinatario del proiettile che lo ha fatto spirare nel giro di qualche giorno. 

Omicidio di Thomas Bricca, si esprime il Riesame

Anche se probabilmente vi fu scambio di persona, rimane la pericolosità dei due sicari. Ecco perchè il Riesame, chiamato in causa sul caso di Thomas Bricca, ha valutato di non scarcerare i due soggetti. Persone che, allo stato dei fatti, continueranno a essere indagati per l’atroce delitto e soprattutto per omicidio colposo. I due uomini dovranno rimanere in carcere, almeno fino a quando il giudice non si esprimerà con la sentenza sul caso. 

Respinta la scarcerazione dei sicari

I legali dei presunti killer, nei giorni scorsi, aveva fatto la richiesta di scarcerazione per entrambi i suoi assistiti. Una domanda completamente rigettata dal Tribunale del Riesame, che di fatto ha escluso l’uscita dal carcere dei due soggetti e anche la possibilità di scontare la custodia cautelare agli arresti domiciliari. Sulla scelta giuridica di questo rigetto, come sappiamo, i giudici avranno 50 giorni di tempo per rispondere. 

L’arresto dei presunti assassini di Thomas Bricca

L’arresto dei presunti killer di Thomas Bricca è arrivato il 18 luglio, dopo quasi sei mesi d’indagini da parte degli inquirenti. Nonostante nella zona di Alatri già si conoscesse i volti degli assassini, i magistrati hanno voluto raccogliere per diverse settimane delle prove che giustificassero il fermo dei presunti sicari. Gli stessi che, molto probabilmente, la sera del 30 gennaio hanno aperto il fuoco addosso al ragazzo, freddandolo con un proiettile alla testa: sparatoria che, nel giro di pochi giorni, avrebbe fatto spirare il giovane per morte cerebrale nell’ospedale San Camillo

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