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Operazione Undercover, Polizia Postale smantella rete pedopornografica in Italia: si temono connessioni internazionali

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Pedofilia

Nell’operazione Undercover, la Polizia Postale ha smantellato una fitta rete pedopornografica con epicentro a Roma e operante in Italia.

Nel corso dell’operazione segreta  denominata “Undercover” e durata oltre sei mesi, la Polizia Postale ha smantellato una vasta rete pedopornografica operante su piattaforme di messaggistica istantanea Italia. Gli investigatori si sono infiltrati utilizzando l’identità di un pedofilo arrestato precedentemente a Roma, mantenendo intatto il suo modo di comunicare per evitare sospetti.

Le indagini nell’operazione Undercover sulla rete pedopornografica in Italia

Attraverso l’uso del nickname del pedofilo, gli agenti sono riusciti a penetrare in circa cinquanta chat, scoprendo un traffico di immagini e video legati ad abusi sessuali su minori, spesso bambini, provenienti dall’estero. Tre individui a Roma sono stati coinvolti nell’indagine, uno è stato arrestato, mentre gli altri due sono stati denunciati. Le perquisizioni nelle loro abitazioni hanno portato al sequestro di smartphone contenenti materiale compromettente.

Il contrasto alla pedopornografia in Italia

L’indagine, coordinata dal Centro nazionale per il Contrasto alla pedopornografia online (Cncpo), ha coinvolto 38 province italiane, identificando un numero di 51 individui nelle chat, tra cui anche minorenni e pensionati. La Procura di Venezia ha guidato il blitz, che ha portato all’arresto di 28 persone fino adesso. Migliaia di file contenenti abusi su minori sono stati sequestrati, e gli investigatori stanno ancora catalogando il vasto materiale recuperato da telefoni e computer. La quantità del materiale sequestrato suggerisce la possibilità di scenari internazionali, e la Polizia Postale ha già condiviso i risultati con le agenzie di polizia di varie nazioni europee e non.

L’apice della rete pedopornografica in Italia

Si sospetta che ogni chat avesse almeno un amministratore, il quale potrebbe affrontare l’accusa di associazione a delinquere. Questi amministratori gestivano gli scambi di materiale pedopornografico a livello nazionale e probabilmente internazionale. Roma è emersa come epicentro delle attività, e gli investigatori hanno coordinato le indagini dalla capitale italiana. Nelle prossime settimane, ulteriori sviluppi potrebbero emergere dall’analisi dei 130 spazi virtuali coinvolti, aprendo nuovi scenari, soprattutto a livello internazionale. La Polizia Postale continuerà a collaborare con le forze dell’ordine straniere per approfondire ulteriormente la portata di questa rete criminale.

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