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Ostia, abbattuto il pino di viale del Lido: i residenti lo piangono, ma stava crollando su una palazzina

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pino viale del lido

Non c’è più il famoso pino di viale del Lido, che con le sue immense dimensioni occupava il marciapiede della nota via di Ostia all’incrocio con via Pietro Rosa. Una situazione che non è stata presa dai residenti, che oggi gli hanno addirittura portato rose e biglietti critici con l’Amministrazione del X Municipio ai piedi di quello che rimaneva dei monconi. Eppure, l’albero non viveva di buona salute, tanto da pendere pericolosamente verso la palazzina di fianco. 

Abbattuto il pino di viale del Lido a Ostia

La domanda è lecita, soprattutto davanti a uno smantellamento delle foreste che ormai tocca tutto il pianete: è grave abbattere un pino? La questione è tutta da rintracciare nelle dinamiche della filosofia ambientale, magari andando a cercare le motivazioni che hanno portato all’abbattimento dell’immenso arbusto. Va detta una cosa, che forse è palese a tutti: il piano urbanistico di Ostia, così come dell’entroterra e altre zone di Roma, non ha rispettato quello che era il patrimonio ambientale del territorio.

Pensiamo la strada che attraversa la pineta delle Acque Rosse, le radici che provano a emergere dai chili di asfalto sulla via Ostiense e la via dei Romagnoli. Gli esempi potrebbero essere molteplici, con il pino di viale del Lido che era un palese esempio di questo disastro ambientale, al pari di quegli alberi che provano a sopravvivere nel quadrante di Lido Nord. Quindi s’individua la causa di questo abbattimento, in un sistema che da una parte intossicava quotidianamente la pianta e dall’altra vedeva la difesa dello stesso arbusto dalla parte della cittadinanza.

I cittadini sono critici con la scelta dell’Amministrazione del X Municipio, guidata dal presidente Mario Falconi. Un foglio, scritto da persone palesemente ambientaliste, dice: “Qui giaceva un Pino maestoso, ucciso dall’egoismo, incompetenza e dall’indifferenza”. Poi un altro bigliettino: “Vergogna a chi ha ucciso questo Bene Pubblico”. Infine: “Caro Pino, ci mancherà la tua ombra, il tuo refrigerio d’estate, la tua regolazione del microclima, la tua bellezza. Grazie per ciò che ci hai donato”. 

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