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Ostia, l’altra faccia della Vittorio Emanuele III: parlano gli abitanti

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Da sempre nell’occhio del ciclone, periodicamente oggetto di controlli, spesso oggetto di critiche e polemiche: la colonia Vittorio Emanuele III di Ostia ancora una volta in questi giorni è protagonista delle cronache cittadine.

Ma stavolta, invece dei resoconti dei blitz delle forze dell’ordine, riportiamo la voce di chi lì dentro ci vive.

“Apprendiamo che il consiglio municipale ha votato a favore dello sgombero dei spazi
assegnati all’associazione SHAKA ZULU dal Comune di Roma – dichiarano gli abitanti, che si sono riuniti in un apposito Comitato – Come sempre nessuno ci ha contatti o interpellati.
La decisione è stata presa sopra le nostre teste e ignorando la legalità dell’assegnazione”.

In che senso?
“Sembrerebbe che la situazione abitativa degli abitanti debba essere presa in considerazione, ma se la soluzione è dividere i nuclei familiari, con il padre ospitato in una tenda e con la madre chiusa in qualche casa famiglia a decine di chilometri dalle scuole frequentate dai bambini, allora meglio buttarci in strada direttamente.
Però almeno lasciateci denunciare l’ipocrisia e le bugie a tutto campo sulla Vittorio
Emanuele”.

Quali sarebbero?
“Cominciamo dall’amministrazione, che vorrebbe liberare i spazi per spostare gli uffici
comunali. Ma se esistono parti ristrutturate e vuote, perchè non spostate già adesso gli uffici dentro gli spazi rinnovati?
Il sindacato dei vigili ci vorrebbe fuori per spostare nella Vittorio Emanuele il proprio comando. Ricordiamo che più di 10 anni fa, quando gli agenti della polizia locale sono andati via dalla colonia, noi eravamo già qui.
Perché non tornano ad utilizzare gli spazi che nel frattempo sono stati pure ristrutturati e sono attualmente vuoti?
Ricordiamo che non abbiamo mai ricevuto finanziamenti dallo Stato, ci viene garantito solo il minimo della decenza: acqua calda un paio di ore al giorno, quando funziona.
Almeno possiamo lavarci, noi ed i bambini?”

Parliamo di costi per la società per mantenere lo stabile così com’è.
“Qualsiasi cifra sia, quanto costerà ai cittadini lo sgombero, le ipotetiche case famiglia o le strutture alternative? Se parliamo di risparmio, quanto costano tutte queste decine di operazioni eseguite alla Vittorio Emanuele dalle forze dell’ordine, come ad esempio quella di venerdì scorso, dove c’era pure un elicottero? Operazioni che non portano a trovare niente, in più eseguita due volte per permettere il favore di telecamera. Non abbiamo niente da nascondere, non siamo criminali, per questo non abbiamo mai impedito l’accesso alle forze dell’ordine, come fa invece chi da anni ci accusa di tutti i crimini
possibili, insultandoci in tutti i modi con la complicità di giornalisti senza scrupoli. Giornalisti che troppo spesso pubblicano notizie superficiali, che collegano ogni fatto di cronaca alla comunità della Vittorio Emanuele o ad altre zone di Ostia come noi vittime di pregiudizio. Basta che si parli male di una comunità per vendere due copie in più”.

“Eppure – concludono dal comitato degli abitanti della colonia – si potrebbe fare di più in una struttura che ricordiamo, per legge, dovrebbe essere utilizzata esclusivamente a fini sociali, non per uffici, non per forze dell’ordine, ma per asili nido, spazi per giovani, cultura, integrazione. Noi del Vittorio ci siamo battuti per anni proprio per questi progetti, per una casa della cultura a favore dei cittadini, per completare il progetto che tanti anni fa ha legalizzato la nostra presenza nella struttura. Non siamo abitanti abusivi, non siamo occupanti, continueremo a difendere la Vittorio Emanuele dalla speculazione e dal malaffare come abbiamo fatto per 28 anni. Chiunque volesse darci una mano è benvenuto”.

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