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Perseguita l’ex moglie e la figlia di appena 9 anni: misura cautelare per un 49enne violento e morboso

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Violenza sulla compagna

Fine di un incubo per una donna e per sua figlia di appena 9 anni: gli Agenti della Polizia di Stato del Commissariato Tivoli hanno proceduto all’esecuzione dell’Ordinanza di Misura Cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Tivoli, Dott. Aldo Morgigni, nei confronti del quarantanovenne G.C., poiché gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti contro familiari, lesioni personali e danneggiamento in danno della ex moglie, S.D.G.

Le indagini, espletate dagli investigatori del settore specializzato nella Violenza di Genere e Minori del Commissariato Tiburtino e coordinate dal Sost. Proc. Dott.ssa Arianna Armanini, uno dei Magistrati del Pool Antiviolenza della Procura di Tivoli, hanno permesso di accertare la grave e reiterata condotta violenta posta in essere dall’uomo nei confronti della ex moglie, anche in presenza della figlia minorenne.

La vittima ha deciso di denunciare l’ex marito dopo che è stato costretta ad abbandonare la casa coniugale insieme alla propria figlia minore nel maggio 2018, perché esasperata dal comportamento violento dell’uomo dipendente dall’alcool. Questi, convinto che la moglie lo tradisse, aveva mostrato una morbosa gelosia tanto da rendere impossibile una civile convivenza. Quel rapporto malato era caratterizzato da continue aggressioni verbali e fisiche verso la donna, anche alla presenza della figlia di appena nove anni e dei suoi familiari, colpevoli secondo lui di averla in qualche modo protetta.

La donna è stata anche costretta, in più occasioni, a richiedere l’intervento delle Forze dell’Ordine e a ricorrere alle cure sanitari del pronto soccorso. Le aggressioni non cessarono nemmeno dopo la separazione coniugale. Infatti, l’indagato abitualmente sottoponeva la ex moglie ad estenuanti interrogatori anche nelle ore notturne, mentre di giorno ne controllava in modo ossessivo gli spostamenti, così come gli orari di entrata e di uscita dal posto di lavoro, obbligandola, suo malgrado, a continue giustificazioni onde evitare gli effetti della sua follia. Quel comportamento aveva nel tempo ingenerato nella donna un perdurante grave stato di ansia e terrore, tanto da essere convinta che prima o poi l’ex marito l’avrebbe uccisa.

Fondamentali, per ricostruire la vicenda e determinare le responsabilità dell’uomo, sono state le prove raccolte dagli inquirenti, così come le numerose testimonianze rese da parte delle persone che nel tempo hanno assistito alle violenze verbali e fisiche che G.C. ha perpetrato nei confronti della mal capitata.

Per questo motivo è stata emessa dall’Autorità Giudiziaria la misura cautelare del divieto di comunicazione e di avvicinamento alla ex moglie e alla figlia, mediante l’applicazione di un braccialetto di controllo che ne monitora ogni spostamento, così come avviene per le persone sottoposte agli arresti domiciliari. Anche la vittima, pertanto, potrà avvalersi di un apparato elettronico collegato con la sala operativa della Polizia, che l’avviserà di ogni illecito avvicinamento dell’ex marito.

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