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Pesca, arriva il fermo biologico: stop per le flotte di Fiumicino, Anzio e Civitavecchia

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La decisione è stata presa: per tutta la durata del mese di giugno, dunque, le flotte di pescherecci di Anzio, Fiumicino e Civitavecchia dovranno restare ferme, in porto, senza poter salpare per le loro rotte. Ma perché? Scatta il fermo per la pesca per quel periodo, uno stop, una interruzione momentanea e obbligatoria delle attività esercitate mediante l’utilizzo delle reti a strascico che riguarderà il Compartimento marittimo di Roma e Civitavecchia.

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Fermo biologico per il ripopolamento del mare

Dunque, come ogni anno, al fine di permettere il ripopolamento continuo delle diverse specie ittiche, ecco che arriva dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste il decreto di fermo pesca anche per questo 2023, con titolo “Disposizioni in materia di interruzione temporanea obbligatoria delle attività di pesca esercitate mediante l’utilizzo di attrezzi trainati ‘reti a strascico a divergenti (OTB)’, ‘reti gemelle a divergenti (OTT)’ e/o ‘sfogliare – rapidi (TBB)’ – Annualità 2023”.

Il decreto e i cambiamenti sul mercato locale

Stando a tale decreto del Ministero, un documento a firma Lollobrigida, ecco allora che i 25 pescherecci di Fiumicino, i 22 di Anzio e i 16 di Civitavecchia dovranno restare in porto. In mare potranno andare solamente le imbarcazioni della piccola pesca e quelle abilitate alla cattura dei molluschi. Come ha commentato anche il presidente della coop Pesca romana di Fiumicino, Gennaro Del Prete: ”A conti fatti sul mercato locale e soprattutto su quello romano mancheranno oltre 200 quintali del classico prodotto del mar Tirreno al giorno. È chiaro che pescherie e ristoranti dovranno far ricorso al pescato dell’Adriatico e a quello campano oltre al prodotto proveniente dai mercati esteri”.

Le conseguenze su prezzi e prodotti

Ovviamente, ci saranno conseguenze anche per i consumatori, soprattutto sul fronte dei prezzi: il fermo potrebbe comportare un aumento dei listini per quanto riguarda frittura, polpi, gamberi, triglie, scampi, mazzancolle e tutto il resto. Poi, alla fine, si aggiunge: ”Il blocco è inevitabile se vogliamo continuare a mangiare pesce. È questa la politica da seguire per tutelare gli stock ittici in favore dei quali ci battiamo da anni”.

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