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Peschereccio in fiamme a Fiumicino, si trovava a ridosso del Ponte Due Giugno: si teme l’atto intimidatorio

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barca in fiamme

Uno sfregio verso il proprietario della barca riposta a Fiumicino. Così le forze dell’ordine vorrebbero interpretare il motopeschereccio andato in fiamme questa notte, mentre si trovava fermo nei pressi del ponte Due Giugno. Sulle motivazioni, saranno le indagini a capire la realtà dei fatti. Ma tutto oggi, sembra non portare al guasto tecnico della barca. Infatti, qualcuno col favore delle tenebre si sarebbe introdotto nell’imbarcazione, versato del liquido infiammabile e dopo appiccato le fiamme, che hanno divorato il mezzo acqueo. 

Barca in fiamme sotto il ponte Due Giugno di Fiumicino

L’area dove si trovava il motopeschereccio, era quella di ricovero per le barca di piccola pesca come tante che sono presenti sul territorio fiumicinese. L’imbarcazione si chiamava “Ulisse”, con essa che probabilmente è stata data alle fiamme nella nottata tra Pasqua e Pasquetta. Le indagini sono ancora a uno stato embrionale, ma le forze dell’ordine non si sentono di escludere nessuna pista. Probabilmente il caso rientra in una dinamica collegata alla malavita di Fiumicino, con la barca in fiamme che potrebbe significare un atto intimidatorio o addirittura un’azione dolosa verso il proprietario del mezzo incendiato. 

Verso le 23.45, alcuni cittadini hanno allarmato i Vigili del Fuoco sulla presenza di una barca in fiamme nella zona della Darsena. Le fiamme avevano già divorato i cavi di ormeggio del motopeschereccio, con il fuoco che era arrivato a toccare il ponte Due Giugno, con un oggettivo rischio per pedoni e soprattutto veicoli che ci passavano sopra. A raccontare l’episodio su Repubblica Roma è una donna, che oltretutto ha notato gruppi di persone immortalare la scena con foto o video senza chiamare il 112: “Passo verso le 23.30 sul ponte vedo le fiamme e lo attraverso di corsa con l’auto: c’era gente sulla banchina con i cellulari a fare video e foto a rotta di collo. Le fiamme erano alte e stavano invadendo il ponte. Chiamo il 118 e la polizia, ignara di tutto, mi passa i vigili del fuoco. Spiego la situazione, se esplode succede un disastro. Chiedo al vigile se sapevano dell’incendio e naturalmente nessuno aveva avvisato. Poi fortunatamente il fuoco ha bruciato le cime e la barca ha cominciato a spostarsi sul fiume”. 

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