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Pomezia, barriere architettoniche: l’associazione Luca Coscioni fa ricorso contro il Comune

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L’Associazione Luca Coscioni ha depositato un ricorso per condotta discriminatoria contro il Comune di Pomezia. L’annuncio è stato dato ieri a margine dell’iniziativa per la presentazione della nuova cellula locale. Il ricorso è stato portato avanti dall’avvocato Alessandro Gerardi, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni.

Proprio l’avvocato Gerardi ha illustrato alla stampa presente il ricorso.“A Pomezia le barriere architettoniche negli spazi urbani e nei luoghi pubblici o aperti al pubblico costituiscono un problema di rilevanza sociale che comporta, per tutte le persone con disabilità, ricadute negative in termini di inclusione sociale, economica e lavorativa”, ha dichiarato Gerardi. “Gli strumenti di gestione e pianificazione urbanistica in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità della città ci sarebbero, solo che l’amministrazione comunale non li utilizza al meglio.Con il ricorso che abbiamo depositato in Tribunale chiediamo che il Comune venga condannato per condotta discriminatoria e costretto ad adottare i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche entro termini congrui e ragionevoli”.

A occuparsi di un rilevamento delle barriere architettoniche presenti a Pomezia e Torvajanica, per conto dell’Associazione Luca Coscioni – “rilevamento per forza di cose selettivo”, precisa – è stato l’Architetto Paolo Moscogiuri. “Mi sono limitato alle tipologie più impattanti per l’impedimento alla mobilità, per la creazione del disagio, e per la creazione o mancata segnalazione del pericolo, per chiunque,come declama l’articolo 1 della legge 503/96. E così abbiamo degli esempi di: errata segnalazione del pericolo, specialmente per gli ipovedenti e non vedenti, in via Ovidio; creazione di pericolo e disagio, in via columella, via del Mare, via Ovidio, Lungomare delle Sirene, Largo Goffredo Mameli; impedimento al passaggio, in via Roma, via del Mare, via Cavour/ via Mazzini”, ha spiegato l’architetto. “Questi vogliono solo essere dei campioni di barriere che rendono difficile e a volte impossibile la mobilità del pedone, in particolar modo del cittadino più fragile. Il rilevamento totale nel territorio è compito del progetto di analisi del PEBA (piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche), obbligatorio dall’86 e mai realizzato”.

A conclusione è intervenuto Giuseppe Di Bella, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni e membro di Pomezia Senza Barriere. “Fin dalla scorsa campagna elettorale abbiamo avviato un’azione politica per raggiungere l’obiettivo del PEBA, predisponendo un impegno che fissava delle scadenze precise per la sua realizzazione e che tutti i candidati sindaco compreso il Sindaco Zuccalà hanno firmato”, ha spiegato Di Bella. “Abbiamo tentato in tutti i modi di dialogare con l’amministrazione, ma la base per questo dialogo non poteva che essere quell’impegno. Si trattava di garantire tempi certi per il PEBA e di rispettare i diritti dei cittadini che per primi sono condizionati nella mobilità e nell’autonomia. Non avendo ricevuto risposte, abbiamo deciso di agire, in ultima istanza, per via giudiziaria con il ricorso per condotta discriminatoria verso tutte le persone specialmente quelle con maggiore fragilità”.

 

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